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Martedì, 19 Marzo 2024
Cronaca

Biennale: Leone d'Oro alla carriera per il teatro a Luca Ronconi

Il regista Luca Ronconi ha ricevuto, lunedì, il Leone d'Oro alla carriera per il teatro. Emozionatissimo, il regista ha ringraziato tutti, ricordando la propria esperienza alla Biennale

Un emozionatissimo Luca ronconi ha ricevuto ieri, a Cà Giustinian, il Leone d'Oro alla carriera per il teatro. Il regista, con voce rotta dalla gioia, si è limitato a dire: "Grazie".

Il presidente della Biennale, Paolo Baratta, ha spiegato la scelta: "E' un Leone alla carriera, ma in questo caso la parola 'carriera' è sminuente; nel caso di Ronconi dobbiamo parlare di un'intera vita dedicata al teatro, nella quale teatro e vita dono state una cosa sola".

"Ronconi è stato importante anche per la Biennale - ha ricordato Baratta - avendo diretto il settore Musica e Teatro dal '75 al '77, in un momento importante nel quale ha cercato di dedicarsi alle attività formative, quelle che oggi segnano un punto di svolta per noi con la creazione di Biennale college: dare a lui il Leone è un modo quindi per inaugurare Biennale college teatro".

"Ronconi - ha continuato Baratta - ha saputo e sa essere un maestro per i giovani, cui ha saputo trasmettere la sua sapienza. Se più 'grandi' riuscissero a far questo, oggi non saremmo a parlare di crisi in questo o quel settore ed i giovani avrebbero vie migliori di quelle che portano a rapide illusioni".

"In più - ha sottolineato il presidente della Biennale - il Maestro ha saputo essere un interprete del proprio tempo, senza mai concedersi al facilmente e immediatamente consumabile e soprattutto vivendo nella storia del proprio Pese ma in piena libertà intellettuale, risultando un esempio non solo per il teatro ma per chiunque - ha concluso - voglia dedicarsi a qualunque professione".

Dopo la consegna del premio, il regista ha raccontato la propria esperienza da direttore alla Biennale: "Sono stato qui tre anni, poi 'fatto fuori' per motivi che - ha detto con un sorriso - non ricordo. La mia nomina aveva suscitato molte discussioni, perché a me che non ero musicista veniva affidato anche il settore musica ma alla fine è stata un'esperienza straordinaria perché vissuta in un periodo di effervescenza incredibile".

"Allora il nuovo era davvero nuovo e non solo ricerca di qualcosa di nuovo - ha ricordato Ronconi - Proprio per questo era difficile da capire e di tempo perché quelle esperienze venissero accettate ce n'è voluto eccome, ma ora possiamo capire quanto siano stati ricchi gli anni '70''.

Ronconi si è poi soffermato sui vari passi della sua carriera, concendendo anche qualche momento di ilarità: "L'Orestea doveva essere rappresentata al Lido, ma il palco era troppo pesante ed aveva creato delle crepe - ha detto - Fu un semplice dipendente della Biennale a salvarci, trovando un cinemino chiamato 'Arsenale' che ora non esiste più ma che allora ci permise di porre in scena l'opera".

Meno fortunata l'esperienza di "Utopia": "Era un'opera da eseguire all'aperto, ma l'estate del '75 fu piovosa come non mai. Alla fine, non riuscimmo a proporla proprio da nessuna parte''.

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