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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Dario parla della sorella Valeria: "Non so come, ma ripartiremo"

Il fratello della ricercatrice uccisa a Parigi in un colloquio con la redazione del Maurizio Costanzo ripercorre anche la tragica notte degli attacchi

Sono forse i giorni più duri. Quando gli eventi ufficiali si concludono e si rimane da soli con il proprio lutto. Ora, solo ora, la famiglia Solesin dovrà superare la prova più grande. Il fratello di Valeria, Dario, è convinto però che "non so come, ma io e la mia famiglia ripartiremo. Sì, ripartiremo". Lo scrive, secondo quanto riportano le agenzie, in una lettera rivolta alla sorella morta durante gli attacchi terroristici al Bataclan di Parigi. Ma i parenti negano che il giovane abbia inviato alcunché. Dunque si sarebbe trattato di un colloquio della redazione del Maurizio Costanzo Show, che tratterà l'argomento con il ministro dell'Interno Angelino Alfano: "Parigi era la sua città - avrebbe sottolineato Dario - A Parigi stava bene. Aveva fatto il dottorato e quella città l'aveva adottata. Valeria è la persona che stimo di più  al mondo - racconta Dario, alternando spesso passato e presente nel riferire della sorella -. Lei che ha amato lo studio fin da bambina e da piccoli noi siamo stati complici e qualche scappellotto l'ho preso. Lei è il mio orgoglio. E grazie anche al suo aiuto se mi sono laureato in economia".

Il fratello ripercorre la notte degli attentati a Parigi e la scoperta della tragedia. "Quella sera avevo appena finito l'allenamento di calcio. I miei amici mi hanno avvisato di quello che succedeva a Parigi - spiega - . Ho chiamato Valeria ma niente, quel telefono squillava ma lei non rispondeva". Dario dice di non aver saputo che fosse al Bataclan ma solo dei festeggiamenti nella capitale francese per "la laurea della sorella di Andrea (il fidanzato) e tra i regali per la laurea che aveva ricevuto c'era il viaggio a Parigi e i biglietti per il concerto. I biglietti per tutti". Valeria, dunque, "era lì per una casualità. Andrea, il suo fidanzato, adora la musica e lei lo seguiva in giro per i concerti. Quella notte poi Andrea ci ha chiamato. Era con Valeria. Era disperato. Io e la mia famiglia non ci volevamo credere. Non ci vogliamo credere. Poi è successo tutto velocemente".

Lo stesso Dario era stato nella capitale francese "la settimana prima di tutto quello che è accaduto. Avevo visto la sua nuova casa che ha preso da poco ed era orgogliosa. Frutto dei suoi sacrifici e del suo lavoro all'università. Andavo a trovarla spesso. E poi Valeria parla francese meglio dell'italiano e a volte la prendo in giro. E' una ragazza che ama la vita e che si diverte in qualsiasi situazione". Di Valeria ricorda poi che "ama la corsa. Poco tempo fa ha fatto anche la mezza maratona di Barcellona. Venti chilometri con le sue amiche e corre, eccome se corre".

Dario parla infine di come si sente dopo i funerali civili che Venezia ha voluto tributare in Piazza San Marco: "Ho silenziato tutto. Non ho più aperto nemmeno la mia pagina Facebook. Avrò ricevuto milioni di messaggi, Ma in questo momento non sento nulla. Non voglio e non devo cadere nel banale. Mia sorella non lo accetterebbe. Ringrazio la città di Venezia e le autorità dello Stato che ci sono state vicine. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il presidente del Consiglio Matteo Renzi e anche il console francese in Italia". 

E' stato proprio il premier Matteo Renzi, alla Sorbona di Parigi, a ricordare la figura della giovane ricercatrice veneziana durante una cerimonia di commemorazione delle vittime: "Fra le vittime una giovane ragazza italiana ventottenne che incarnava la generazione Erasmus", ha ricordato il presidente del Consiglio, aggiungendo che Valeria "era nata in Italia, cresciuta in Europa e uccisa da assassini". "Tutti i paesi devono mettere in comune le loro risorse per far fronte alla minaccia terroristica, anche se questo può comportare un sacrificio di sovranità nazionale. E' il tempo di accettare questo sacrificio", ha sottolineato il premier, che ha definito i tragici eventi dello scorso 13 novembre una "lezione per tutta l'Europa".

Insieme alla madre, Luciana Milani, Dario è a Parigi per prendere parte alla solenne commemorazione delle 129 vittime degli attacchi nel cortile del Les Invalides, prevista per venerdì. L'invito ufficiale è stato rivolto alla famiglia dal consolato generale di Francia a Milano.

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