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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Dolo

Il tenente dei carabinieri di Dolo inserito nella "killing list" dell'Isis

In un messaggio web lo Stato Islamico ha puntato il dito contro dieci ufficiali italiani. Attendibilità al vaglio: "Lupi solitari, aspettiamo azioni"

Una "kill list" che non può che preoccupare, soprattutto se a pubblicarla non è una organizzazione qualsiasi: è l'Isis. Serve sempre tenere presente che ciò che fa capolino sul web non è mai da prendere come oro colato, costantemente al confine tra la propaganda e le minacce effettive. Fatto sta che in questa preoccupante serie di nomi (con tanto di indirizzi e foto, anche se con qualche errore) è finito anche il tenente dei carabinieri di Dolo, Gabriele Favero. Per qualche motivo i terroristi hanno deciso di mettere nel calderone anche lui, in una vicenda che immediatamente ha acquisito una eco nazionale. Se non internazionale (visto che gli articoli sono stati ripresi anche dalla stampa d'oltreoceano).

Tra i dieci nomi compaiono, tra gli altri, anche il comandante generale dei carabinieri, Leonardo Gallitelli, l'attuale questore di Firenze, Raffaele Micillo, ma anche semplici ufficiali o tenenti della Finanza. Oltre che i comandanti della polizia municipale di Lagueglia, in provincia di Savona, il comandante della Municipale di Palermo e il comandante della Municipale di Adria. L'elenco è finito in Rete come accadde anche nei mesi scorsi per alcuni componenti delle forze armate americane. L'intento evidentemente è di dimostrare che lo Stato Islamico è in grado di entrare in possesso di dati sensibili, anche se in alcuni casi i nomi o i dati non sarebbero corretti. Stando a quanto scritto dall'autore del documento, questa lista intende dimostrare come gli hacker dell'Isis siano riusciti a violare i database delle forze dell'ordine. Questi dieci nomi, dunque, costituirebbero degli obiettivi per i "fratelli residenti in Italia".

Il tenente Favero lunedì è rimasto nella caserma di via Arino (alle prese anche con gli spogli delle elezioni comunali). Ma l'attenzione nei suoi confronti naturalmente è massima. Se fosse autentica, la pubblicazione dello Stato Islamico potrebbe anche costituire una chiamata alle armi per eventuali "cellule dormienti" presenti sul territorio nazionale. Lo si dichiara apertamente nella parte introduttiva del messaggio, in cui si afferma che lo Stato Islamico "si aspetta azioni", visto che l'Italia viene considerata un Paese che ha dichiarato guerra allo Stato Islamico. Dopodiché scatta l'ennesima minaccia ripetuta più volte: "Conquisteremo Roma e distruggeremo le vostre croci".  

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