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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Carne e mille euro a settimana, macellaio costretto a pagare il pizzo

Vittima un veneziano. Un arresto e una denuncia: l'estorsione andava avanti da due anni, consegnati 300mila euro tra contanti e prodotti

Costretto a pagare sotto la minaccia di ritorsioni, contro di lui ma anche contro la famiglia e l'attività commerciale. Un lungo incubo, quello vissuto da un imprenditore originario di Santa Maria di Sala ma residente a Padova, dove lavora. Per due anni ha dovuto consegnare soldi e prodotti alimentari ai suoi aguzzini, per un totale che ammonta a circa 300mila euro. Gli estorsori sono stati fermati finalmente giovedì sera dai militari del nucleo investigativo veneziano, in collaborazione con i colleghi della compagnia di Padova.

Sono due le persone bloccate al termine dell'operazione, colte in flagrante mentre entravano in possesso dell'ennesimo frutto delle loro minacce: al momento dell'intervento dei militari avevano nel bagagliaio dell'auto cinquanta chili di carne, del valore di circa 500 euro, più una busta con mille euro in contanti. E' finito in manette un 39enne nomade padovano della "nota" famiglia Cancelli, già sottoposto a sorveglianza speciale per la sua pericolosità sociale e con l'obbligo di dimora nel capoluogo euganeo: denunciato invece il complice, un 44enne di Verona. Per lui gli accertamenti sono ancora in corso, per capire effettivamente che tipo di ruolo abbia ricoperto in tutta la vicenda.

Vittima della coppia un imprenditore veneziano sui 50 anni, proprietario di due macellerie a Padova. Le estorsioni continuavano da quasi due anni, mentre l'uomo era costretto a pagare sotto la minaccia di danni e furti alle proprie attività commerciali, oltre che ai familiari. Le intenzioni dei malviventi erano chiare: "Conosciamo le abitudini dei tuoi cari", lo avvertivano nelle loro intimidazioni. Il modus operandi era simile a quello della criminalità organizzata: lasciavano intendere di essere pronti a compiere furti nelle sue attività e si presentavano quindi come "protettori", chiedendo sia soldi che prodotti: se inizialmente, finché l'imprenditore possedeva un solo punto vendita, i criminali si "accontentavano" di 450 euro a settimana, con l'allargamento del giogo anche alla seconda macelleria le richieste sono aumentate arrivando a 650 euro. Contanti che si aggiungevano a decine di chili di carne, che poi riuscivano a rivendere evidentemente al mercato nero: fino ad arrivare ai 1000 euro recuperati giovedì sera, oltre ai circa 500 in carne. Impossibile, per la vittima, denunciare quanto gli stava accadendo. Completamente soggiogato dal 39enne.

L'attività è stata portata a termine dai carabinieri di Venezia con il supporto della compagnia di Padova senza la sua collaborazione: per due mesi hanno condotto le indagini con pedinamenti e intercettazioni, dopo essere venuti a conoscenza della situazione da colloqui informali. L'arrestato, che fino alla fine ha negato i fatti, è stato condotto al carcere di Padova. E' possibile che abbia preso di mira anche altre attività commerciali nel Veneziano, motivo per cui i carabinieri hanno lanciato un appello invitando, nel caso ci sia il sentore di azioni di questo genere, a rivolgersi alle forze dell'ordine.

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