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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

'Ndrangheta in Veneto, operazione dell'Arma: 33 in manette, sequestri per 3 milioni

Accuse di associazione mafiosa, traffico di stupefacenti, rapine, estorsioni. Blitz dei carabinieri in Veneto, Emilia Romagna, Lombardia e Calabria

Associazione di tipo mafioso, traffico di stupefacenti, estorsione, rapina, usura, ricettazione, riciclaggio, turbata libertà degli incanti, furto aggravato, favoreggiamento, violazione delle leggi sulle armi. Sono i reati di cui sono accusati, a vario titolo, gli oltre cento indagati nell'ambito di un'inchiesta sulle infiltrazioni della 'Ndrangheta in Veneto che si è conclusa mercoledì mattina con 33 arresti. Oltre alle misure cautelari, sono stati sequestrati beni per un valore di oltre 3 milioni di euro.

Infiltrazioni in Veneto dal 1981

L'operazione, denominata "Taurus, nasce da un’attività investigativa avviata nel 2013 dai carabinieri – anche a riscontro delle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia – per ricostruire un traffico di droga diretto verso il Veneto. Le indagini hanno consentito di arrivare a una struttura ‘ndranghetistica stanziata a Sommacampagna (Verona) almeno dal 1981, riconducibile alle famiglie “Gerace- Albanese- Napoli-Versace", originarie della piana di Gioia Tauro (Reggio Calabria) e con ramificazioni in diversi comuni del Veronese (Villafranca Veronese, Valeggio sul Mincio, Lazise e Isola della Scala). Dalle verifiche dei carabinieri del Ros di Padova, è emersa la costante connessione del gruppo con il “Crimine di Polsi” in Calabria.

Usura, riciclaggio, droga

Le indagini hanno evidenziato frequenti intimidazioni, compiute attraverso reati come l'usura, e un giro di fatture false per operazioni inesistenti. Inoltre, sono stati documentati diversi episodi di riciclaggio, commessi attraverso società di cui i formali titolari si servivano, avvalendosi anche della mafiosità dei loro interlocutori, per trarne un personale tornaconto. Dal quadro emerso dalle indagini è possibile ipotizzare, secondo gli investigatori, la capacità del gruppo di acquisire, direttamente o indirettamente, la gestione e il controllo di attività economiche nei più svariati settori (in particolare costruzioni edili e movimento terra, impiantistica civile ed industriale, servizi di pulizia e di affissione della cartellonistica pubblicitaria, commercio di autovetture e materiali ferrosi, nonché trasporti su gomma) anche in collegamento con affiliati alla cosca “Grande Aracri” di Cutro, residenti nella provincia di Verona. Infine, è emerso anche un traffico di cocaina e marijuana, sviluppato nel veronese attraverso due canali di approvvigionamento: uno in Calabria e l’altro attraverso alcuni appartenenti a gruppi criminali albanesi e sloveni. 

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