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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Conigli, cuccioli e un falco in Regione per non vivere "fuorilegge"

Stamattina manifestazione di Coldiretti per chiedere una normativa per l'agricoltura sociale. Inizia la discussione a palazzo Ferro-Fini

Giovanni insieme alla moglie è già titolare del primo agriasilo d’Italia, Stefano vuole trasformare il suo agriturismo in un ospizio di campagna, Giulia, è una giovane architetto e nella sua azienda si occupa di bambini autistici, l’impegno di Benedetta, invece, è per le persone disabili, Fabiano aiuta il recupero di chi è affetto da disturbi alimentari, Monica si prende cura dei malati di Alzheimer, Alberto accoglie i bambini timidi nel regno dei rapaci.

Non sono medici nè operatori sociali, sono tutti agricoltori, soprattutto imprenditrici agricole. Tante le storie in Veneto di chi come loro ha deciso di abbinare l’attività produttiva aziendale alla solidarietà, spesso in modo automatico perché da sempre la famiglia rurale è accoglienza e in questo ambito trovano spazio i portatori di handicap, le persone anziane che contribuiscono ugualmente agli altri al lavoro. Tutto quindi è normale, come non pesare sulla spesa pubblica garantendo benessere, e cure e attenzione a chi è in difficoltà.

Dai primi segnali sperimentali promossi dalle donne in particolar modo, queste realtà sono ora diffuse in tutto il Veneto, una nuova forma di “agricoltura di comunità”, non di sussistenza, ma utile e a disposizione degli altri. Per questo oggi a Venezia, i protagonisti di quella che viene chiamata anche “agricoltura sociale”, dopo aver attraversato il Canal Grande con le barche, hanno bussato alle porte del Palazzo Ferro Fini insieme ai dirigenti di Coldiretti, per chiedere al Consiglio un quadro normativo dove inserire le tante espressioni di fattorie sociali.

Hanno portato con loro i piccoli animali domestici: coniglietti, porcellini d’India, cuccioli, persino il falco Burian per testimoniare simbolicamente quanto la natura metta già a disposizione per cominciare a stare meglio: il verde di un paesaggio, il contatto con gli animali, il lavoro dei campi come coinvolgimento ad un progetto semplice che alla fine dà sempre i suoi frutti.

Gli agricoltori di Coldiretti con le loro mascotte hanno voluto manifestare cosi la capacità delle aziende agricole di essere al servizio della società proponendo vere e proprie assistenze riabilitative che vanno dalla pet therapy ai soggiorni per anziani in campagna, dall’integrazione nel mondo del lavoro dei carcerati al rinforzo psicofisico dei portatori d’handicap nonchè l’inserimento in società dei tossicodipendenti.

Esperienze esercitate sul territorio in maniera spontanea, con accordi locali con le strutture sanitarie e amministrazioni pubbliche che ne hanno compreso l’importanza intercettando le esigenze delle famiglie oltre che quelle delle fasce deboli che riconoscono il valore e i benefici in termini terapeutici, o di inserimento lavorativo, o inclusione nel sistema solidale.

La delegazione guidata dal presidente Giorgio Piazza e da Franca Castellani di Donne Impresa è stata ricevuta dal presidente del Consiglio Clodovaldo Ruffato e tutti i consiglieri che non si sono fatti cogliere impreparati tanto da rispondere alle richieste già con un provvedimento firmato da tutti i capigruppo che sarà presentata alle commissioni e in aula.

“Si tratta della conferma del grande contributo della campagna alla qualità della vita – ha spiegato ai politici presenti Giorgio Piazza – che propone nuovi modelli di sviluppo meritando l’attenzione delle istituzioni e soprattutto leggi all’altezza dell’enorme potenziale agricolo che ha ancora molto da dare alla collettività in termini di benessere, sicurezza alimentare e servizi”.

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