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Cronaca

Una manifestazione per dire di no alla caccia nei boschi di Mestre

Le associazioni si ritroveranno sabato, al bosco Ottolenghi. Attiva una raccolta firme per chiedere alla giunta regionale di restituire il verde alla cittadinanza

Divieto di caccia all'interno di tutti i boschi. Questo è quanto chiedono al sindaco di Venezia e al presidente del Veneto le associazioni che hanno organizzato per sabato mattina una manifestazione al bosco Ottolenghi a Dese, in occasione della festa nazionale dell'albero.

Nel 1984 nasce l’idea di dotare Mestre di una grande area boscata, nella immediata periferia del centro urbano. Ed è a seguito di questa idea che nel corso degli ultimi anni, la terraferma veneziana è stata teatro di un importante progetto di recupero e di gestione di numerose aree verdi che oggi costituiscono un articolato programma per il recupero e la tutela della biodiversità. Ma questi boschi, pagati da tutti gli abitanti, per 6 mesi l’anno possono essere fruiti solamente dai cacciatori. "Riteniamo che l’ambiente nel quale viviamo debba essere fruito da tutti in qualsiasi momento dell’anno ed in piena sicurezza - spiegano le associazioni promotrici - È inaccettabile che le aree verdi più importanti di Mestre siano interdette alla libera circolazione a causa della presenza dei cacciatori che rappresentano meno dell’1% della popolazione, ma che praticano un’attività estremamente pericolosa per gli animali ma anche per le persone".

La manifestazione, che si terrà a partire dalle 10:30, sarà accompagnata da una raccolta firme, che ha già raggiunto più di 3mila sottoscrizioni. Come spiegano gli organizzatori, si tratta di una pacifica ma forte presa di posizione per chiedere alla giunta regionale di restituire i boschi di Mestre alla pubblica fruizione, sottraendo definitivamente quei territori alla programmazione venatoria, elevandoli al titolo di parco con divieto di caccia. "È incredibile - scrivono in nota le associazioni - dover prendere atto che l’istituzione comunale spenda circa 200 mila euro l’anno per la locazione di buona parte dei boschi, ad esclusivo vantaggio di una risicata ma pericolosa minoranza di cacciatori che ad oggi nel nostro Paese, in questa sola stagione, ha già causato 7 morti e 34 feriti".

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