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Cronaca Fondamenta Santa Lucia

Manifestazione davanti alla stazione di Venezia per chiedere la fine del terrore

L'iniziativa sabato pomeriggio sarà all'insegna del multiculturalismo. Appuntamento alle 16. Il presidente della comunità islamica: "Non è una guerra di religione, è guerra politica"

La manifestazione era già stata organizzata in anticipo. Ma dopo i tragici fatti di Bruxelles la sua eco si è allargata: doveva essere un'iniziativa con protagonista la comunità marocchina veneta, diventerà invece l'ennesima occasione per lanciare un segnale multiculturale di pace. Europei, africani, asiatici. Tutti saranno i benvenuti sabato pomeriggio verso le 16 davanti alla stazione di Santa Lucia a Venezia, quando i manifestanti chiederanno con cartelli e slogan che si fermi la "macchina dell'odio". In origine il messaggio sarebbe dovuto arrivare all'Onu. Anzi, proprio al segretario generale delle Nazioni Unite Ban ki-Moon. Nel mirino il termine "occupazione" utilizzato durante una recente visita in Marocco in merito all'area sahariana del Paese nordafricano. Parola considerata per lo meno infelice dai cittadini marocchini trapiantati in Veneto.

"Dopo ciò che è accaduto, però, non si poteva far finta di niente - dichiara Mohamed Amin Al Ahdab, presidente della comunità islamica veneziana - Mi hanno contattato e si è deciso di lanciare un messaggio di pace a tutto il mondo". Per chi non sarà lontano per il ponte di Pasqua, dunque, appuntamento sabato pomeriggio nel piazzale antistante alla stazione ferroviaria. Sono previste circa 150 persone. L'iniziativa dovrebbe durare un paio d'ore, all'insegna del multiculturalismo: "Perché questa non è una guerra di religione, è una guerra politica - spiega Amin Al Ahdab - ci troviamo di fronte a un autoproclamato Stato che intende distruggere il nemico. Per questo dico che serve andare lì e batterlo. Servono le armi. L'Islam è religione di pace, non è ciò che sta facendo passare la tv". 

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