Mareggiata a Jesolo, ora si pensa a barriere artificiali sommerse
Mancano le dune protettive sul litorale, ma qualcuno si è fatto avanti e ha proposto un nuovo sistema frangiflutti per difendere le spiagge
La tanto temuta “tempesta di Natale” ha in realtà quasi del tutto risparmiato la laguna veneziana e, nonostante gli allarmi dei siti meteo, la situazione è rimasta controllata in tutta la provincia. Qualche problema, però, lo hanno avuto le spiagge del litorale, che a Natale e Santo Stefano hanno dovuto affrontare una prima mareggiata e, come riporta la Nuova Venezia, ora torna prepotente il problema della protezione della costa durante l'inverno.
SOLDI BUTTATI – Se a Eraclea le dune protettive hanno difeso la spiaggia dalla furia degli elementi, lo stesso non si può dire della Pineta di Jesolo, dove ancora si riversano i materiali spinti al largo dalla mareggiata e ora di nuovo trascinati a riva. L'erosione ha toccato anche la laguna del Mort e, per entrambe le località, ora si pensa a come procedere. Le dune, qui, non ci sono e anche quest'anno si teme che il clima invernale rigido e i frequenti temporali pretenderanno un ripascimento primaverile (da milioni di euro) prima di poter riaprire gli impianti balneari per la stagione estiva. Negli ultimi dieci anni questo meccanismo ha portato alla spesa di quasi 90 milioni di fondi pubblici.
ALTERNATIVA INNOVATIVA – Il problema di Jesolo viene quindi affrontato in maniera diversa dalla proposta di “Reef Ball Italia”, società che da tempo aveva proposto all'amministrazione comunale un metodo alternativo per la protezione dalle mareggiate: si tratta di barriere sommerse in calcestruzzo, con un Ph prossimo a quello del mare e che dovrebbero garantire sia il ripascimento del fondale che la protezione dei litorali, costando meno delle barriere di massi e risultando meno invasive. Quest'anno l'amministrazione ha promesso 10 milioni per gli interventi sulle spiagge, resta da capire come intendono spenderli Regione e sindaci.
