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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Mestre Centro

Cancro diagnosticato con 15 mesi di ritardo: "La mia vita ora è distrutta"

L'Ulss 12 ha risarcito un 65enne di Mestre con 300mila euro alle prese con un tumore ai polmoni scoperto oltre un anno più tardi rispetto alla prima visita, ritenuta da un medico "non preoccupante"

Quella macchia nera sul torace non era una conseguenza di una vecchia infezione. No. Era un carcinoma, l'inizio di un tumore che poi nei quindici mesi successivi si sarebbe allargato. Un male contro cui un 65enne di Mestre sta ancora combattendo a colpi di chemioterapia. L'Ulss 12 ora riconosce l'errore compiuto da uno dei suoi medici e risarcisce il paziente con 300mila euro. Una somma ingente, certo, ma non sufficiente per mutare la vita quotidiana del 65enne, ancora alle prese con terapie molto pesanti. Terapie che, se il male fosse stato scoperto fin dall'inizio, non ci sarebbero state.

Nel maggio del 2009, infatti, l'uomo dopo una bronchite si era sottoposto a una radiografia. C'era qualcosa di strano. Una macchia nera. Da qui una visita d'urgenza pneumologica all'ospedale All'Angelo. Secondo quanto racconta il 65enne viene eseguita una tac, dopo la quale gli sarebbe stato detto di non preoccuparsi, che tutto sarebbe tornato a posto. Stesso copione anche per le successive tre tac.

Poi la decisione di rivolgersi al primario di Pneumologia, a settembre 2010. La broncoscopia con il prelievo del tessuto e l’esame istologico hanno confermato i dubbi: si trattava di un carcinoma bronchiale. Operato, i sanitari si accorgono che il tumore si era ormai allargato ai linfonodi. L’Usl 12, dopo le perizie medico-legali, ha riconosciuto l'errore. Il perito del tribunale del Malato, il medico legale Calogero Nicolai, ha infatti stabilito che se il carcinoma fosse stato diagnosticato subito non ci sarebbe stata alcuna diffusione del cancro ai linfonodi.

L'Ulss 12 ha fatto sapere tramite una nota che "è profondamente costernata per la drammatica vicenda. Purtroppo la medicina non è una scienza esatta e l’errore è sempre in agguato. Oltre ad esprimere la nostra umana vicinanza alla persona così duramente colpita, possiamo solo impegnarci con tutte le forze a sbagliare di meno. E’ questo del resto l’atteggiamento con cui ogni giorno i nostri medici affrontano il loro lavoro".

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