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Cronaca

Minorenne in questura positivo al Covid: «Nessuna tutela per il personale»

Il grido d'allarme lanciato dal sindacato Fsp Polizia di Stato attraverso una lettera al questore

«Un minore extracomunitario si presenta in Questura a Marghera. Sa già dove andare. Solo dopo, si scopre che è minore e kosovaro. Ovviamente non parla italiano. E nessuno lo capisce. Ha contatti con il personale di vigilanza, poi con due interpreti, con personale dell’ufficio stranieri. Viene fatto accomodare in attesa nella sala piena di altri cittadini di svariate nazionalità, portato in ufficio anticrimine-minori, poi  alla scientifica per il fotosegnalamento e, dopo ore di difficoltà, viene chiamata una volante che lo accompagna in uffici comunali e in un centro per minori. Con quanti poliziotti ha avuto contatti? E questi ultimi, a loro volta, con quante persone sono stati in contatto nelle ore, nei giorni successivi? Qualche giorno dopo, è risultato che era positivo al Covid-19». Comincia con questo racconto la lettera inviata dal sindacato Fsp Polizia di Stato di Venezia al questore, Maurizio Masciopinto.

Una lettera in cui Fsp chiede se sia stato fatto il possibile per proteggere il personale e non solo. «Per entrare in qualsiasi ufficio quanto meno si misura la febbre a tutti - tuona il sindacato -. Negli uffici più esposti e più affollati della questura di Venezia, ben che vada si raccomanda la mascherina..... forse. E’ criminale! Noi dovremmo essere i primi a dare sicurezza e ad averla e, invece, siamo talmente sprovveduti, superiori, che rischiamo anche di essere criminali. Praticamente diventiamo responsabili anche della mancata tutela, minima, che non riconosciamo a noi stessi, agli utenti, ai dipendenti di altre amministrazioni.... Una vergogna colossale».

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