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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Un "mondo nascosto" sotto la laguna: elettrodomestici, container e barchini

A rivelarlo uno studio durato due anni di Cnr e Ismar, che hanno studiato i canali della laguna. Documentando anche lo stato di erosione e l'impatto antropico sui fondali

Erosioni attorno a strutture costruite dall'uomo e un grande impatto "antropico" sui fondali: zone di dragaggio, e materiale gettato in acqua come elettrodomestici, container, piccoli barchini e parabordi. Questo il quadro che emerge dal rilievo della morfologia di dettaglio dei canali della laguna di Venezia, realizzato per la prima volta dall'Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Ismar-Cnr) e dall'Istituto idrografico della Marina (Iim).

IL "MONDO SOMMERSO" DI VENEZIA

Lo studio, finanziato dal progetto Bandiera Ritmare del ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca (Miur) e pubblicato recentemente sulla rivista online Scientific Data del gruppo Nature, rileva un mondo nascosto reso visibile grazie alla misurazione della profondità delle acque (batimetria) dei canali effettuata con un ecoscandaglio ad alta risoluzione (multibeam). "I dati permettono inoltre di identificare le aree caratterizzate da grandi dune sul fondo e le adiacenti zone di erosione che documentano i punti più dinamici della laguna profonda, dove è importante ripetere ciclicamente questi rilievi per quantificare il trasporto dei sedimenti - afferma Fantina Madricardo, ricercatrice dell'Ismar-Cnr e responsabile dello studio - Il lavoro mette a disposizione della comunità scientifica anche i dati di riflessività del fondo, che permettono di avere informazioni sia sulla litologia e quindi sulle caratteristiche fisico-chimiche delle rocce come struttura, durezza e composizione mineralogica, sia sul livello di compattazione dei fondali, che influenza gli habitat e gli ecosistemi lagunari".

UN LAVORO LUNGO 2 ANNI

Il rilievo ha coinvolto circa 30 ricercatori dell'Ismar-Cnr e dell'Iim ed è durato sette mesi. L'elaborazione dei dati, la cui risoluzione permette di distinguere oggetti con dimensioni più piccole di un metro, ha richiesto un grosso sforzo da parte di molti ricercatori e più di due anni di lavoro. La condivisione dei dati ha permesso inoltre all'Istituto idrografico la pubblicazione delle nuove edizioni di tutte le carte nautiche delle bocche della Laguna.

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