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Cronaca

Moria di pesci, l'Arpav conferma: "La colpa è del caldo e delle alghe"

I rilevamenti effettuati nei giorni scorsi hanno dato gli esiti che l'agenzia si aspettava: temperature elevate ed eccesso di ossigeno i veri "killer"

Dopo le paure e le peggiori supposizioni, L'Arpav ha finalmente diffuso i risultati delle analisi sulle acque della laguna e sulle cause che possono aver portato all'eccezionale moria di pesce negli scorsi giorni. I rilevamenti effettuati martedì avrebbero confermato quanto già ipotizzato: nessun inquinante, solo eccesso di ossigeno dietro l'eccidio.

L'ARPAV ACCUSA LE ALGHE E IL GRAN CALDO

LA PROCURA APRE UN'INCHIESTA

Nell’acqua, che presentava una colorazione marrone-rossastra, sono state effettuate misure di temperatura dell’acqua, ossigeno disciolto e relativa percentuale di saturazione, pH e salinità - spiega l’Arpav - Si sono riscontrati valori particolarmente elevati del parametro ossigeno disciolto con un massimo di 16 – 17 mg/l ( 250 – 270 Ossigeno % di saturazione) nelle aree di San Giuliano e di Campalto, mentre nell’area lagunare compresa tra Campalto e Tessera i valori degradavano da 13 a 9 mg/l. Le condizioni di iperossia (eccesso di ossigeno) rilevate sono riconducibili alla fotosintesi clorofilliana degli organismi vegetali, in particolare microalghe planctoniche, presenti in elevata quantità e verosimilmente responsabili della particolare colorazione delle acque. E’ stato inoltre rilevato un elevato valore del parametro temperatura dell’acqua (30 °C), mentre gli altri parametri misurati non presentavano valori anomali.

La laguna di Venezia ricoperta da un letto di alghe

Cianuri, cloro residuo totale, solfuri, composti organoalogenati sono risultati tutti inferiori al limite di quantificazione; i nutrienti disciolti sono risultati confrontabili con quelli normalmente riscontrati nelle acque della laguna di Venezia in precedenti monitoraggi eseguiti dall'agenzia, così come i metalli pesanti analizzati; i composti aromatici analizzati sono risultati inferiori o pari al limite di quantificazione; in tutti e tre i campioni sono quantificabili gli eteri MTBE (in concentrazione compresa tra 0.24 e 0.51 microgrammi/l) ed ETBE (in concentrazione compresa tra 0.88 e 1.61 microgrammi/l), che vengono impiegati come additivi dei carburanti, presumibilmente associabili al traffico di imbarcazioni a motore in laguna. Tali composti alle concentrazioni rilevate non risultano normalmente tossici per la fauna ittica; relativamente alle analisi ecotossicologiche, tutti e tre i campioni sono risultati negativi al test di tossicità con Vibrio fischeri. Sentiti anche gli esperti dell’Università di Venezia, dipartimento di Scienze Ambientali, si ritiene di non poter escludere il verificarsi di ulteriori condizioni di criticità per la fauna ittica con il nuovo previsto aumento delle temperature, specie nelle fasi di marea a ridotto ricambio idrico.

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