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Cronaca Mira

Decesso sul lavoro, i dubbi della famiglia: "Chiediamo chiarezza sulla morte di Andrea"

Esposto in procura affinché sia verificata una nuova versione dei fatti che sarebbe stata fornita dal titolare dell'impresa. Chiesta la nomina di un consulente tecnico

Le cose potrebbero non essere andate come raccontato subito dopo l'incidente. Si era parlato di una caduta da tre metri di altezza che aveva portato alla morte di Andrea Dalan, 40enne di Oriago di Mira impiegato alla Vivian autodemolizioni di Mirano. Ora però è emersa una nuova, presunta, versione dei fatti che la famiglia di Dalan chiede di verificare tramite opportune indagini perché sia fatta chiarezza sulla tragedia. È stato tutto messo per iscritto nell'esposto presentato mercoledì 25 gennaio al pubblico ministero titolare del fascicolo tramite il servizio legale di Studio 3A, società specializzata in valutazione delle responsabilità.

"Il procedimento vede iscritto nel registro degli indagati per il reato di omicidio colposo il titolare dell'attività - spiega Studio 3A - E sulla salma del lavoratore è già stata eseguita l'autopsia. I rilievi effettuati dagli ispettori dello Spisal avevano evidenziato delle incongruenze rispetto alle dichiarazioni rilasciate dagli astanti, che avevano riferito di una caduta dell'operaio da uno scaffale dall'altezza di tre metri. Adesso, però, si potrebbero aprire scenari totalmente diversi: Dalan non sarebbe caduto da solo ma sarebbe stato colpito da un macchinario in movimento condotto da altri, peraltro in una zona dell'azienda diversa rispetto a quella dov'è stato trovato il corpo".

"Abbiamo chiesto alla procura di procedere ad una verifica di questa nuova versione dell'incidente - continua il presidente di Studio 3A, Ermes Trovò - disponendo ulteriori indagini anche attraverso la nomina di un consulente tecnico d'ufficio".

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