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"Scarsa formazione, cattiva comunicazione", i racconti da una lavanderia industriale

Sette vittime sul lavoro in 30 giorni, in Regione. Un bilancio tragico per il mese di maggio in Veneto. A raccontare l’emergenza, sulla base degli ultimi dati Inail, è l’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega di Mestre.

A descrivere le difficoltà, in un ambiente simile a quello in cui ha trovato la morte martedì Alin Shamiul, cittadino 33enne bengalese, operaio della HotelService di Mestre, sono i lavoratori di una lavanderia industriale di Mira. Nei primi 5 mesi del 2018 sono saliti a 31 i morti sul lavoro, 7 in più rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Quarantotto i morti, contando anche gli infortuni in itinere, con Venezia in testa. “Il Veneto è ancora terzo sul podio nazionale – sottolinea Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio mestrino -. Non si riesce ad invertire la tendenza. Anzi, la situazione sembra peggiorare mese dopo mese”.

Venezia guida la classifica

“Un vero e proprio bollettino di guerra – sottolinea Rossato –.  A piangere più vittime in occasione di lavoro è Treviso con 7 decessi, seguita da Verona e Vicenza (6), da Venezia (5), Belluno (3), da Padova e Rovigo (2). E i numeri, purtroppo, sconvolgono ancor più considerando anche le morti sul lavoro avvenuti in itinere, cioè durante il percorso verso o dal posto di lavoro, in Veneto: altri 17 decessi da sommare ai 31 in occasione di lavoro. Un terzo delle quali nella sola provincia di Venezia che si trova, con questi numeri, a guidare anche la classifica complessiva della regione tra infortuni in itinere e in occasione di lavoro.

Chi sono

Sono 6 gli stranieri deceduti in occasione di lavoro, e 3 in itinere. Sei anche il numero di donne che hanno perso la vita sul lavoro in Veneto, 5 delle quali coinvolte in un infortunio in itinere. Quarantenni e cinquantenni le vittime più numerose. 

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