Inizia il Ramadan, l'Imam di Marghera: "Ci serve una moschea"

"Serve una Moschea in terraferma. Siamo troppi per il centro di via Monzani". Così alla Nuova Venezia l'imam di Marghera, Hamad Mahamed, teologo siriano che ha fatto del dialogo e dell'integrazione la sua bandiera, spiega la situazione di chi, all'inizio del Ramadan, si appoggia alla struttura della città giardino.

Un progetto avversato da più parti politiche, ma che era già partito prima che la bufera amministrativa e giudiziaria si abbattesse su Ca' Farsetti. Sul quotidiano la guida spirituale spiega come una grossa fetta dei lavoratori della provincia sia di fede musulmana, e anche i turisti islamici che atterrano a Tessera grazie a compagnie aeree medio-orientali diventano sempre più numerosi.

Per questo l'intenzione è di continuare a cercare un luogo che possa ospitare cerimonie e preghiere. "Sarà tra Mestre, Marghera o l'hinterland. Non in centro storico", sottolinea l'imam, alle prese con i riti del mese di Ramadan e con l'aiuto alle famiglie più povere e in difficoltà. Prima della preghiera verso la Mecca, infatti, i fedeli pagano una somma di sette euro che vengono sfruttati per aiutare gli altri.

Hamad Mahamed ha le "giornate piene", in attesa di celebrare il 27 luglio la Festa dell'Interruzione (quando si conclude il mese di digiuno) al parco di San Giuliano. Come da due anni a questa parte. Il Ramadan in questi giorni è iniziato all'insegna delle decisioni drastiche del sindaco di Padova Massimo Bitonci, che ha vietato per il prossimo anno di affittare palestre e scuole per le celebrazioni del mese sacro e consegnerà a tutte le scuole dei crocifissi. "E' un esempio dell'utilizzo della religione per un tornaconto persone, per scopi politici", taglia corto l'imam.