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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca San Polo / Riva del Vin

Per Cuccioletta un milione e 300mila euro, pagava Mazzacurati

Dal 2008 al 2011 fu presidente del magistrato alle Acque e firmò tutte le richieste che arrivavano dal Cvn. Ora chiede il patteggiamento

Non una tangente, ma un vero e proprio “doppio stipendio”, con tanto di lauto trattamento di fine rapporto. D'altronde se lo scopo era quello di portare dalla propria parte addirittura l'uomo incaricato di sorvegliare tutto il progetto era meglio non avere il “braccino corto” o, per dirla alla veneziana, i “gransi pori in scarsea”. Per corrompere il presidente del magistrato alle Acque, Patrizio Cuccioletta, infatti, l'ingegner Giovanni Mazzacurati avrebbe sborsato 200mila euro all'anno più altri 500mila dopo il pensionamento, per un totale di circa un milione e 300mila euro. A confessarlo, come riportano le pagine del Gazzettino, è lo stesso Cuccioletta che davanti ai pubblici ministeri ha spiegato di essere stato avvicinato dagli uomini del Consorzio Venezia Nuova non appena tornò in laguna, nel 2008.

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PATTI CHIARI, AMICIZIA LUNGA – Cuccioletta ha in realtà confermato quasi in toto la versione fornita proprio da Mazzacurati durante i suoi interrogatori fiume dell'anno scorso: ad occuparsi delle consegne e dei rapporti erano i due già noti “postini” del Cvn, Luigi Neri prima e Federico Sutto poi, che informarono subito Cuccioletta che al suo insediamento sulla poltrona del magistrato delle Acque avrebbe ricevuto “una somma di circa 200mila euro all’anno e che alla fine del mandato” gli avrebbero “consegnato un riconoscimento finale ammontante ad alcuni milioni di euro”. I soldi, conferma l'ex presidente, gli arrivavano direttamente a casa, in contanti, dentro anonime buste stracariche di banconote. D'altronde i metodi del Consorzio sono quelli visti nei tanti video della Guardia di finanza e confermati dallo stesso Giovanni Mazzacurati (che proprio con questo sistema sostiene di aver pagato anche il sindaco Giorgio Orsoni). Cuccioletta, che occupava la sede in riva del Vin proprio negli anni chiave per il Mose, ovvero dal 2008 e il 2011, non si sarebbe accontentato del milione e 300mila euro ottenuto in quattro anni di tangenti: nell'elenco dei “favori” chiesti e ottenuti ci sono viaggi in aereo, vacanze di lusso e persino incarichi di lavoro per il fratello Paolo e l'assunzione della figlia al Consorzio. In cambio la sua firma non mancava mai: “Non ricordo – ha dichiarato Cuccioletta ai magistrati - del respingimento di riserve presentate dal Consorzio”.

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PATTEGGIAMENTO IN BILICO – Dopo le lunghe confessioni l'ex presidente del magistrato alle Acque starebbe anche definendo i termini del patteggiamento con la Procura, che però al momento si starebbe riservando ogni decisione per valutare l'entità della pena. A insospettire i pubblici ministeri sarebbero le cifre fornite da Cuccioletta, che non sembrano quadrare con quanto ha in mano la magistratura: come già detto, infatti, l'indagato parla di 200mila euro l'anno ricevuti dal Consorzio, ma secondo la Procura sarebbero stati almeno il doppio. In ogni caso il patteggiamento che i pm potrebbero accettare è legato alla quantificazione non tanto degli aspetti economici (da discutere eventualmente in sede erariale) ma soprattutto del danno legato alla realizzazione delle opere: torna quindi lo spettro di quelle carte firmate “in bianco”, di fatto ponendo il controllore dello Stato (il Mav è ufficio del ministero delle infrastrutture) al servizio del controllato, ovvero il Cvn di Mazzacurati. Cuccioletta intanto ha presentato istanza l'attenuazione del provvedimento restrittivo.

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