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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Dal moto ondoso al turismo di massa, tutti i "killer" di Venezia

Una ricerca promossa dall'Ufficio Unesco nell'ambito del Piano di gestione lagunare e coordinata dal soprintendente ai Beni Architettonici Renata Codello

Ogni scalino, ogni “masegno”, ogni vera da pozzo: tutti gli elementi a rischio del centro storico censiti, assieme a quelle stesse forze che ne stanno attentando la “salute”. Questa, come riporta la Nuova Venezia, è la ricerca promossa con l'Ufficio Unesco nell'ambito del Piano di gestione della laguna e coordinata dal soprintendente ai Beni Architettonici e Paesaggistici di Venezia Renata Codello; assieme a lei hanno lavorato i docenti del Politecnico di Milano Paolo Gasparoli, Anna Teresa Ronchi, Fabiana Pianezze e Giulio Totaro, tutti impegnati a stabilire quali siano i fattori di usura “fisica” e “percettiva” per la città e le sue ricchezze. 

Dallo studio, comunque, non sembrano essere emerse particolari novità: inquinamento, acqua alta, moto ondoso e “pressione” turistica restano in testa nell'elenco delle cause principali di erosione cittadina, ma nel documento trovano spazio anche altri fattori preoccupanti, come i cambiamenti di destinazione d'uso dovuti alla progressiva perdita di popolazione residente o le modificazioni della struttura del commercio locale, che in maniera più sottile stanno comunque facendo a pezzi la città così com'era cinquant'anni fa. Come già accennato, poi, si è provveduto anche ad enumerare le varie strutture “in pericolo”, e a riguardo Codello auspica già che le norme comunali per i cambi d'uso o gli svincoli siano più controllate.

Per raccogliere tutti i dati utili si è partiti dall'analisi di tutte le ricerche precedenti, cogliendo l'occasione anche per archiviare in digitale tutto il materiale, arrivando poi alla raccolta di dati in via diretta per le calli di Venezia. Ora si procederà alla seconda fase, per continuare lo studio sui fenomeni pericolosi, cercando al contempo di integrare le competenze in materia dei diversi enti lagunari. E, infine, in vista dell'ormai imminente inaugurazione del Mose, si prepara un secondo studio sugli impatti della grande opera sull'ecosistema locale.

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