Dopo l’approvazione da parte dei sei consigli comunali, ora c’è anche l’annuncio ufficiale da parte dei sindaci: “E’ nata l’Unione dei Comuni del Miranese, con 125mila abitanti saremo la quarta città del Veneto”. Il progetto coinvolge Mirano, Spinea, Salzano, Santa Maria di Sala, Martellago e Noale; tra i Comuni del comprensorio resta fuori solamente Scorzé, con il sindaco Mestriner che ha più volte criticato l’Unione definendola "un carrozzone".

Inizialmente i sei Comuni accorperanno le funzioni di Polizia Locale, Risorse Umane e Protezione Civile, i passi successivi vedranno lavorare in sinergia anche Politiche Giovanili e soprattutto Politiche Sociali. “L’Unione consentirà di tagliare i costi e rendere più efficienti i servizi – dichiarano i sei sindaci -, ma i benefici di questa nuova modalità di gestione non si limiteranno a questi due aspetti: l’Unione darà anche maggiori opportunità e maggior peso politico al nostro territorio, in chiave locale, nazionale ed europea”.

Il primo riferimento è ai rapporti con Bruxelles: “Questa grande area sarà in grado di relazionarsi meglio con l’Europa e potrà aspirare a riceverne più agevolmente fondi e finanziamenti” spiegano i primi cittadini. Poi c’è l’aspetto statale: “L’Unione garantirà significativi vantaggi: basti pensare che le ormai scarse risorse disponibili, in futuro, verranno distribuite dallo Stato privilegiando sempre più i comuni che lavorano in sinergia”. Infine c’è uno sguardo all’ambito locale: “Questo è un passo importantissimo anche sulla strada della Città Metropolitana di Venezia. Con le sue dimensioni e la sua ricchezza in termini di risorse, competenze e servizi, sarà inevitabilmente una delle componenti principali del nuovo ente erede della Provincia, con un ruolo che, presi singolarmente, i nostri sei Comuni non sarebbero stati in grado di recitare”.

Martedì il primo passo ufficiale: alla riunione della conferenza dei 44 sindaci metropolitani, abbiamo partecipato già come rappresentanza dell’Unione dei Comuni del Miranese. Molti dipendenti comunali sono perplessi, ma i sindaci assicurano: “Ci sarà più spazio per le specializzazioni e dunque per la crescita professionale”.