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Cronaca

Grandi Navi a Porto Marghera: la politica si spacca e i sindacati stanno in allerta

All'indomani della decisione del Comitatone di portare le crociere nel canale industriale Nord il dibattito è in fermento. Il ministro Galletti: "Tuteleremo l'ecosistema della laguna"

Ambiente, turismo, lavoro. Questi i vertici di un triangolo che le istituzioni intendono difendere sulla querelle riguardante le grandi navi, che dopo la riunione del Comitatone di martedì pomeriggio saranno spostate  (ma ci vorranno almeno 3 anni) a Porto Marghera nel canale industriale Nord. Nel day after commenti e giudizi si affastellano l'uno sull'altro, ma i minimi comuni denominatori sono la soddisfazione per aver evitato un'ecatombe di posti di lavoro e la preoccupazione per la salvaguardia dell'ecosistema lagunare. Una preoccupazione che può diventare attenzione e volontà di controllare passo passo lo sviluppo del progetto o sfociare in aperta contestazione (come nel caso del comitato No Grandi Navi o del gruppo parlamentare di Sinistra Italiana o del Movimento Cinque Stelle) appoggiando l'idea di una piattaforma fuori dalle bocche di porto al Cavallino, ossia il progetto Duferco-De Piccoli.

Voce alla gente: cosa ne pensa del progetto? VIDEO

Il ministro dell'Ambiente Galletti

Mercoledì pomeriggio il minsitro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, ha risposto durante il question time alla Camera proprio a un'interrogazione dei deputati di Sinistra Italiana: "L'atto di indirizzo - ha dichiarato all'Aula - rappresenta un punto di equilibrio convincente tra la prioritaria tutela ambientale, lo sviluppo territoriale e l'attività imprenditoriale che contraddistingue Venezia. Ed è il frutto di un ottimo lavoro congiunto da parte delle istituzioni interessate. La soluzione adottata dal governo, condivisa con i principali Enti territoriali coinvolti, è quella proposta dall'Autorità portuale secondo cui l'ingresso delle grandi navi non sarà più previsto dalla bocca di Porto del Lido ma avverrà dalla bocca di Porto Malamocco fermandosi a Marghera, senza interferire con il traffico commerciale e consentendo alle attività di coesistere". Nella fase di "limbo", di 3 o 4 anni, sarà la capitaneria di porto a individuare i limiti per preservare l'ambiente lagunare: "L'obiettivo principale è un attraversamento sostenibile di Venezia da parte delle grandi navi, che non pregiudichi ma anzi valorizzi ancor di più la straordinaria attrattiva di una città unica e ammirata in tutto il mondo senza mettere a repentaglio la sicurezza della laguna", ha concluso Galletti.

La replica al question time del deputato Marcon

Parole che non hanno soddisfatto il deputato Giulio Marcon, di Sinistra Italiana: "Sono passati 1835 giorni dal decreto Clini-Passera e non è cambiato nulla - ha ribattuto - non si sono comparati tutti i progetti. Io sarei meno trionfalistico perché per dare attuazione al progetto bisognerà scavare il canale dei Petroli, ottenere una Via, evitare problemi con i passaggi accanto a siti industriali considerati a rischio insieme alle imbarcazioni commereciali e si rischierà di trasformare Porto Marghera in un grande hub turistico, incentivando un modello che ha già fatto male a Venezia".

Il sindaco Brugnaro

Intervistato da SkyTg24, il sindaco Brugnaro ha ribadito mercoledì i concetti espressi il giorno precedente subito dopo il Comitatone: "Sono stati ascoltati i cittadini - ha sottolinato - che hanno votato affinché si difendesse la crocieristica e potessimo immaginare un futuro senza grandi navi nel canale della Giudecca. Il turismo - ha continuato - può coesistere con l'industria e la manifattura. Assieme al governo abbiamo dimostrato che si può fare. La soluzione comprende il Vittorio Emanuele e la Marittima, che resta centrale. In questo modo assicuriamo certezza alla programmazione nautica. A noi interessa mantenere il lavoro e dimostrare che l'Italia è sul pezzo e non si farà intimidire da nessuno, tantomeno da una serie di comitati che sta seminando paure".

Il presidente Zaia

Sulla stessa lunghezza d'onda il presidente della Regione, Luca Zaia: "Martedì a Roma si è finalmente trovato un accordo che nel giro di tre anni porterà le grandi navi fuori dalla Giudecca e da San Marco grazie a un nuovo tracciato che le porterà direttamente a Marghera, mentre il turismo luxury continuerà ad insistere sull'attuale stazione Marittima. A regime si tratta di 2 milioni di passeggeri l'anno - ha affermato - Ora spero finiscano le polemiche, a meno che non ci sia ancora chi sostiene che Venezia deve abbandonare del tutto la crocieristica. Ma se la si ritiene un'opportunità e nel contempo si vuole tutelare la fragilità lagunare, la soluzione è questa, e ci si arriverà nel giro di tre anni. Nel frattempo si procederà a contingentare il passaggio attraverso San Marco, consentendolo alle sole navi non superiori alle 55mila tonnellate".

Gli armatori

"Clia, l’Associazione internazionale dell’industria crocieristica, reputa positiva la decisione assunta ieri dal Comitatone, poiché incontra il duplice obiettivo dell’industria crocieristica: la protezione a lungo termine del patrimonio rappresentato da Venezia e un futuro prospero per l’economia della città e di tutto l’Adriatico che è legata alla crocieristica". Con queste parole gli armatori si dicono "soddisfatti che le autorità abbiano confermato la fiducia che da tempo riponiamo nella percorribilità del canale Vittorio Emanuele, così che si potrà consentire l’accesso alle navi più grandi evitando l’entrata dal Bacino di San Marco, come anche nella soluzione di Marghera, in tempi più estesi". Clia chiede chiarezza nello sciogliere i nodi che si possono prospettare all'orizzonte: "Facciamo appello alle autorità per essere sicuri che ciò avvenga in modo meticoloso e il più velocemente possibile".

I sindacati

"La soluzione dell'approdo delle grandi navi da crociera a Porto Marghera era nell'aria - dichiarano in una nota unitaria i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Venezia, Enrico Piron, Paolo Bizzotto e Gerardo Colamarco - quello che conta in un contesto così articolato e complesso è la compatibilità e l'equilibrio dei fattori oggi presenti e delle opportunità che dovranno essere colte, evitando che uno di questi prevarichi sugli altri. Si genererebbe certo un rischio troppo alto di sbilanciamento del sistema e la potenziale creazione di squilibri che ostacolerebbero i processi di sviluppo armonici, incrementando le occasioni per speculazioni miopi. E' chiaro che uno sviluppo sostenibile della Città metropolitana, l' ambiente e la sua sostenibilità, assieme al tema della legalità, devono essere il punto di partenza per ogni nuova progettualità. Esprimeremo i nostri giudizi quando saremo nelle condizioni di conoscerne i dettagli ma, ora più che mai, affronteremo la discussione senza preconcetti".

Partito Democratico

Il Partito Democratico veneziano sottolinea che "grazie alle nostre prese di posizione del Partito Democratico sono state archiviate le soluzioni Costa/Brugnaro del Contorta e delle Tresse, ipotesi che forse hanno fatto perdere anche denaro, ma sicuramente hanno allungato i tempi creando e protraendo una situazione di incertezza sul futuro del Porto . Oggi il Sindaco si mostra paladino della nuova soluzione, esattamente come aveva fatto per le ipotesi precedenti, fortuna che la storia non si riscrive. La soluzione presentata va studiata e analizzata con attenzione, le condizioni per cui possa essere condivisibile sono sostanzialmente due: nessuno scavo e compatibilità con il traffico commerciale". L'onoevole Dem, Sara Moretto, sottolinea invece l'impegno del governo per giungere a una soluzione: "La decisione, per diventare completamente esecutiva, richiederà altri passaggi – sottolinea la deputata -, fra i quali gli approfondimenti dell’Autorità portuale. Mi auguro che tutti questi atti arrivino a breve, così da risolvere in via definitiva una vicenda che richiede risposte immediate, ma che si trascina da troppo tempo".

Movimento Cinque Stelle

Critico sul tema, ma non è una novità, il Movimento Cinque Stelle che, per bocca del portavoce alla Camera, Mattia Fantinati, mette nel mirino la "mancata soluzione al problema": "Secondo alcune stime, sono circa 700 le Grandi Navi che ogni anno transitano nel canale della Giudecca per raggiungere la stazione Marittima con oltre 1400 passaggi davanti a piazza San Marco - dichiara in una nota l'onorevole - Il ministro Delrio però ha solo spostato il problema, non risolto. Sono obbligatori dunque provvedimenti che includano la proibizione per le più grandi navi passeggeri e commerciali di entrare in tutta la laguna e in generale provvedere al transito, oggi come oggi sregolato, di imbarcazioni a motore che alterano pericolosamente il moto ondoso. Servono regole per il tipo di scafi e motori ammessi in laguna oltre a stabilire e far osservare i limiti di velocità per il traffico acqueo. Di base però serve la creazione di una strategia per un turismo sostenibile. Un settore - conclude - a Venezia governato poco e male, con flussi di visitatori non compatibile con le fragilità della città".

Il firmatario del decreto Clini - Passera

Per l'ex ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, "il decreto da me emanato nel 2012 aveva il duplice obiettivo di vietare il transito delle grandi navi nel Bacino di San Marco e mantenere il traffico crocieristico a Venezia. Oggi, finalmente,- sottolinea - dopo più di cinque anni, è stata presa una decisione. Una decisione positiva perché ai grattacieli del mare sarà vietato affacciarsi in piazza San Marco, ma allo stesso tempo molto impegnativa, perché prevedere il molo a Porto Marghera richiede necessariamente una ristrutturazione profonda di quell'area ex industriale, che in parte è stata riqualificata e in parte è ancora appesa a mille incertezze"
 

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