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Cronaca Noale

Negozi sfitti a Noale, situazione non allarmante: abbassato il 13% delle serrande

In centro storico il dato si abbassa al 9%. Moniego frazione più virtuosa con sfitto al 10%, dato più critico a Briana, con la metà dei negozi chiusi

La situazione dei negozi sfitti nel comune di Noale non è allarmante. Nel capoluogo sono abbassate il 13% delle serrande, a Moniego solo il 10. Il dato peggiora invece a Cappelletta (27%) e a Briana (42%). Sono queste le percentuali emerse dall'analisi effettuata da Confesercenti città metropolitana di Venezia sul mix commerciale nella città dei Tempesta, presentate questa mattina in municipio, alla presenza del direttore Maurizio Franceschi e dell'assessore al Commercio Stefano Sorino.

Il quadro generale a Noale

Il quadro generale parla di una maggiore consistenza economica nelle aree centrali di Noale con 33 negozi in piazza XX Settembre, 26 in piazza Castello e il 9% di sfitti. Rapportato con realtà ben più grandi come quella di Mestre, dove è abbassato il 23% delle serrande di piazza Ferretto, è sicuramente confortante. Molto positivo il dato registrato da Moniego, frazione che negli ultimi anni ha visto investimenti importanti nelle nuove edificazioni, con imprenditori che hanno creduto nella rigenerazione urbana, investendo. La criticità più grossa è quella di Briana, dove il dato va letto in valore assoluto: se lo sfitto sale al 42%, bisogna sottolineare come siano solo 12 gli spazi commerciali disponibili (5 dei quali con le serrande abbassate). Guardando al quadro generale del territorio comunale, lo zoccolo duro delle attività che funzionano e continuano a crescere è quello costituito dal settore bar-ristorazione, che ingloba il 15% delle attività, così come quello della bellezza e della cura della persona, con parrucchieri ed estetisti che rivestono l'8% dell'offerta commerciale cittadina.

Dialogo con i proprietari

La prima ricetta per il rilancio messa sul piatto da Franceschi è il dialogo con i proprietari dei negozi, che in ottica di rilancio dovrebbero mettere a disposizione gli spazi anche per occupazioni temporanee, non solo di vendita. Da una parte spazio alle iniziative culturali e alle start up, dall'altra, invece, focus sull'abbellimento delle vetrine vuote, spesso abbandonate e lasciate a se stesse, che fanno perdere di appeal anche alle attività che ancora cercano di animare il centro e le vie del paese. E in prossimità del Natale, un generale abbellimento dei negozi chiusi potrebbe giovare non poco alla crescita e alla valorizzazione commerciale. «Bisogna creare delle aperture preferenziali per le aperture temporanee, - ha sottolineato Franceschi - evitare l'applicazione della tassazione locale, dare degli incentivi».

Questione culturale

Il concetto chiave è quello di analizzare la questione dei negozi sfitti in modo unitario, in un'ottica sociale complessiva che va dai servizi al turismo, dai cittadini ai commercianti. «Se pensiamo che sia un problema culturale e si riesce ad agire in questo senso - ha spiegato Sorino - allora possiamo fare delle belle cose per questa città. Nessuno ha la bacchetta magica, ma finché si affronta il problema in maniera settoriale non si va da nessuna parte. I distretti del commercio sono un'opportunità da sfruttare, per quanto possibile è fondamentale mettere da parte i personalismi».

Riqualificazione delle piazze

Importanti per il rilancio della città saranno anche le riqualificazioni di piazza Bastia e piazza XX Settembre: se per la prima i lavori dovrebbero cominciare nei prossimi 2-3 mesi, tempi più lunghi sono previsti per quella che Sorino definisce il vero salotto della città: «Saranno restaurati palazzi, una parte verrà pedonalizzata e non si andranno comunque a perdere parcheggi. - ha spiegato l'assessore - Se si arricchisce e abbellisce, si invoglia le gente a venire». Una piccola rivoluzione urbana che dovrebbe, nelle previsioni, dare sfogo ad un'appettibilità maggiore di quella odierna: «La viabilità sarà modificata, - ha concluso Sorino - ci sarà un modo diverso di fruire della strada e della piazza stessa, ma il commercio non sarà dequalificato».

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