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Cronaca Marghera / Fusina

"Nessun abuso su opere di Scarpa", i proprietari rigettano le accuse

Dopo i controlli della guardia di finanza al Camping Fusina, il presidente di Fusina Terminal srl ribatte: "Non ci sono stati interventi dopo il vincolo"

"Non c'è stato alcun intervento edilizio sulle opere di Carlo Scarpa". Si difende così il presidente di Fusina Terminal srl, Giandomenico Falcon. Dopo che la Finanza ha ravvisato presunti abusi edilizi all'interno del camping Fusina, progettato proprio dall'archistar. Secondo le fiamme gialle all'interno del bar-ristorante, sottoposto a vincolo da parte del ministero per i Beni culturali, sarebbero state approntate modifiche.

Il locale, secondo testuali parole dei baschi verdi, sarebbe stato "modificato, in parte demolito e ampliato senza nulla osta". La verità sarebbe invece molto diversa secondo Falcon: "E' stata la società Fusina Terminal che, dopo aver affidato a Carlo Scarpa la progettazione del Camping Fusina alla fine degli anni Cinquanta (allora la società si chiamava "Moranzani") - dichiara - ha promosso il riconoscimento delle opere da parte della Soprintendenza e il conseguente vincolo, al fine di assicurarne la conservazione". Il tutto mentre all'epoca il piano vincitore di un concorso internazionale bandito dal Comune di Venezia ne avrebbe prospettato lo smembramento e in gran parte la demolizione.

"Dopo che è stato posto il vincolo nessun intervento edilizio è stato compiuto sulle opere di Carlo Scarpa", sottolinea Falcon. Anzi, l'intento dichiarato di Fusina Terminal sarebbe proprio quello di conservare le strutture di base della struttura come Scarpa a suo tempo le aveva concepite. Ma la guardia di finanza durante il suo sopralluogo ha puntato il dito contro altre strutture: "Si tratta però in parte di opere realizzate alla fine degli anni Settanta dallo stesso Comune di Venezia (al quale la nostra società ha concesso in uso gratuito per oltre nove anni un'ampia area per la realizzazone del parcheggio pubblico che esiste tuttora) - puntualizza Falcon - in parte di tendoni stagionali di proprietà delle compagnie turistiche, che ora sono rimosse per il periodo invernale. Ci sono anche piccoli manufatti per cui è stato chiesto il condono a partire già dal 1985".

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