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Cronaca San Marco

Nizioleti "italianizzati": si cercano i soldi per cancellare le correzioni

Il Comune conta sempre sullo sponsor dei restauri. Intanto dalla Direzione regionale arriva l'ordine di non modificare più la toponomastica cittadina

Dopo le correzioni ora è il momento del dietrofront. In attesa della riunione con esperti e residenti indetta dal Comune per l'11 dicembre, già si pensa a come pagare la risistemazione di tutti i nizioleti che nelle ultime settimane si sono visti aggiungere le lettere doppie. Intanto, come riporta il Gazzettino, sulla questione si sono espressi anche la Regione e la Soprintendenza ai Beni artistici e architettonici, che sembrano a loro volta dare ragione ai residenti scontenti.

PAGA LO SPONSOR – Negli ultimi mesi le squadre di operai di Ca' Farsetti, su ordine dell'assessore alla Toponomastica Tiziana Agostini, avevano già “sistemato” i nizioleti nei sestieri di San Marco e San Polo, scatenando le ire dei cittadini. Sì, perché dopo il passaggio di vernice e pennello i nomi delle calli e dei campi veneziani sono apparsi “italianizzati”. Dopo un botta e risposta durato diversi giorni il Comune ha deciso di dare ascolto ai residenti e di tornare sui suoi passi, almeno per quanto riguarda le doppie di “terà” e “salizada”, che quindi ora spariranno così come erano apparse. Ma come pagare il nuovo intervento degli operai? I restauri dei nizioleti sono finanziati da uno sponsor, e ora l'assessore ai Lavori pubblici Alessandro Maggioni spera che i soldi possano bastare anche per “coprire i danni”, se così non fosse, assicura, la cifra si troverà comunque dato che non dovrebbe essere troppo elevata.

L'ULTIMA PAROLA – Intanto sul caso si inserisce anche la Direzione regionale per i Beni culturali, che fa sapere che nei suoi uffici non è arrivata alcuna proposta esterna o progetto del Comune per il rifacimento, riqualificazione e riorganizzazione dei nizioleti, e la decisione finale in questi casi va sempre all'ufficio del ministero. Proprio la Direzione regionale ha diramato nei giorni scorsi alcune circolari dirette alle soprintendenze di tutto il territorio che bloccano di fatto qualsiasi modifica alla toponomastica storica delle città, anche nel caso gli interventi siano già stati realizzati. Il riferimento al capoluogo lagunare appare evidente. Soprintendenze, ministero e Direzione regionale sembrano ora d'accordo su una cosa: correggere eventuali scivoloni lessicali va bene, modificare toponimi ormai entrati nel comune sentire invece no. Neppure se lo dice un catasto settecentesco. Le doppie, insomma, spariranno presto.

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