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Cronaca

No al certificato antimafia per le imprese del Consorzio: nuovo stop ai lavori del Mose

La fine della grande opera sembra sempre più distante. Dopo i problemi legali, tecnici e la vicenda del jack-up, ora le aziende dovranno subire un ulteriore stop

La posizione delle imprese che stanno procedendo con la realizzazione del Mose non sarebbe in regola rispetto alla legge sulle certificazioni obbligatorie antimafia. La Prefettura di Venezia infatti, come riporta La Nuova Venezia, avrebbe avvisato i tre commissari che gestiscono il Consorzio Venezia Nuova dell'impossibilità di continuare i lavori. Il motivo quindi sarebbe quello dell'assenza delle certificazioni antimafia per le imprese inserite nei cantieri della grande opera.

Per ora quindi, sembra inevitabile lo stop dei lavori, ma i tre commissari si sarebbero già attivati per risolvere la situazione. Le continue inchieste della Procura e della Corte dei Conti e le norme più severe decise dal governo per il rilascio della certificazione sarebbero le cause per cui ora le società del Consorzio si ritroverebbero prive di tale attestato. Gli interventi quindi, per ora sembrerebbero subire un ulteriore inevitabile slittamento.

La fine prevista per il 2018 e confermata solo pochi mesi fa dal Ministro Graziano Delrio (LEGGI) sembra allontanarsi ancora un po'. Lo stato dei lavori infatti prevederebbe ora la conclusione della posa dei cassoni sul fondo del mare e la realizzazione della parte più tecnologica dell'opera. Tra problemi legati al fondale, lo scoppio del cassone a Chioggia e l'incredibile vicenda del jack-up, una maxi nave dedicata alle manutenzioni, costata quasi 50 milioni di euro ma mai funzionante, la grande opera veneziana però continua a caratterizzarsi per un percorso piuttosto travagliato.

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