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Cronaca Mestre Centro / Riviera Marco Polo

"No eroina", gli autori escono allo scoperto. L.O.Co: "Andiamo alla radice del problema"

Il collettivo, che da 4 anni occupano uno spazio in via Piave, chiede a gran voce la reintroduzione dell'assistenza ai tossicodipendenti, per arginare il grave problema

La scritta "Rivogliamo la gialla" era comparsa qualche giorno fa sull'asfalto in riviera Marco Polo a Mestre, opera con ogni probabilità di qualche tossicodipendente che sta trovando grande difficoltà a raccattare quelle dosi che fino ad un paio di settimane fa gli erano garantite dalla banda di "Ken", e che la maxi retata delle forze dell'ordine nel qaurtiere Piave ha reso quasi irreperibili, dal momento che le poche scorte rimaste starebbero esaurendo. Nella giornata di sabato, una nuova scritta, a coprire quella vecchia: "No eroina". Nessuna informazione sugli autori, si è pensato ad un generico gruppo di cittadini che volesse rispondere per le rime. Poi sono usciti allo scoperto gli attivisti del collettivo L.O.Co, che da quattro anni hanno occupato uno spazio in via Piave per sottrarlo all'abbandono e al degrado, con l'obiettivo di ridare vita ad una zona colpita dal problema dello spaccio.

"Siamo stati noi"

"Chiediamo a gran voce che vengano ripristinati, rafforzati e modernizzati i servizi di riduzione del danno e di assistenza ai tossicodipendenti, - spiegano i ragazzi e le ragazze del collettivo - in particolare l'intervento di strada, fondamentale per salvare vite e molto utile per arginare problemi di emarginazione e degrado. Noi che sappiamo benissimo che non saranno le massicce e teatrali operazioni di polizia a fermare la diffusione dell'eroina nelle nostre città, possono rallentarla momentaneamente ma non si potrà mai fermare il fenomeno se non si interviene alla radice del problema con politiche antiproibizioniste. Noi che, come tutti, purtroppo abbiamo visto nostri coetanei, amici e conoscenti  cadere nell'inganno della dipendenza da sostanze, talvolta con le peggiori conseguenze, per cercare di 'fuggire' da una società che non da loro alcuna prospettiva. Lo abbiamo fatto armati di biancone e pennello, e alla scritta "No eroina" abbiamo aggiunto un tuvat (il cerchio con la freccia/fulmine) simbolo che rappresenta autonomia, autodeterminazione e indipendenza, tutto il contrario di dipendenza".

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