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I No Mose: «La miglior difesa è il rispetto della morfologia lagunare»

«Stop scavi, alziamo i fondali, restringiamo le bocche di porto e ripristiniamo ghebi e barene: barriere morbide di protezione dall'onda di piena»

«La laguna non è una vasca da bagno», non possiamo pensare di regolare i flussi di marea «mettendo un tappo». Le parole di Tommaso Cacciari nel giorno della manifestazione No Mose a Venezia. Il corteo, organizzato all'indomani dell'assemblea contro l'opera di dighe mobili, in sala San Leonardo, è iniziato in campo Santa Margherita dopo le 14 ed è terminato a Santo Stefano. «Alziamo i fondali e restringiamo le bocche di porto - dice spiegando cosa dovrebbe essere fatto, dopo l'acqua granda di martedì 12 novembre - Rendiamo meno profondi i canali portuali, ripristiniamo la morfologia lagunare, le barene, i ghebi, che sono la vera protezione morbida di assorbimento dell'onda di marea. Serve scavare i canali lagunari interni, perché quel mare che entra in laguna abbia più possibilità di distribuirsi. Tutti progetti alternativi che sono stati fermati dal Consorzio Venezia Nuova. Il cambiamento climatico aggrava la marea, già alta, e gli scavi peggiorano la situazione. Non c'è bisogno di buttare via soldi in un sistema criminale e corruttivo, il Mose, che già si sapeva in partenza non avrebbe funzionato, e che è devastante per l'ecosistema lagunare».

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