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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Il nuovo prefetto subito alle prese con il problema profughi: "Alleggeriremo Conetta"

Carlo Boffi si è presentato a Ca' Corner: "Una gioia lavorare per questa città". Impegno massimo nel contrasto al terrorismo e criminalità organizzata: "Non ci sono allarmi precisi"

"E' una grandissima gioia ed emozione essere e lavorare nella città più bella del mondo". Così, dopo aver ricordato che "le Prefetture sono la casa dei cittadini", il nuovo prefetto di Venezia, Carlo Boffi, si è presentato lunedì alla stampa nel corso di un incontro nella sede locale di governo. Boffi, operativo dallo scorso 30 dicembre al posto di Domenico Cuttaia, ha ricordato le sue origini tosco-romano-venete (il nonno era originario di Verona, la moglie e il figlio di sei anni sono padovani), definendo quello appena avvenuto un "ritorno in patria", e ha rimarcato le sue precedenti esperienze nell'amministrazione: dalla direzione generale del servizio antincendi della protezione civile al dipartimento di pubblica sicurezza, dalla polizia ferroviaria e stradale ("sono l'unico prefetto che può vantarsi di essere stato capo di entrambe") alle esperienze dopo la nomina a prefetto (presidente della commissione di gestione di un Comune sciolto per infiltrazioni della criminalità organizzata), prefetto di Belluno e, per 6 anni, vice capo dipartimento dei vigili del fuoco. 

"Oltre a quelle amministrativo-gestionali - ha sottolineato - ho avuto, stranamente per un prefetto, molte esperienze operative. Venezia - ha dichiarato - è una città unica, ma complessa. E la sua complessità fa sì che le regole debbano essere rispettate da tutti in modo puntuale, per rispettare l'equilibrio su cui si regge. In questo contesto, il ruolo del prefetto, rappresentante dello Stato, è quello di avere una leale collaborazione con le realtà locali, interpretando istanze, umori e aspettative del territorio e mediando tutto questo con gli indirizzi stabiliti a livello centrale da Parlamento e governo. Il mio metodo- ha spiegato - è cercare sempre di spiegare il perché delle decisioni prese, visto che non è possibile l'unità di consensi, confrontandomi con i sindaci, che il cittadino percepisce (nel bene e nel male), come responsabili e capri espiatori, pronto ad accogliere ogni suggerimento".

Inevitabilmente l'argomento è caduto sull'emergenza profughi: "Conetta deve sostenere un peso rilevante di migranti, per cui spero di riuscire ad alleggerirne la presenza in questa zona, vedendo se è possibile una distribuzione diversa - ha affermato Boffi, che è anche coordinatore regionale delle Prefetture - In generale il problema delle migrazioni è il problema dei problemi, per l'Italia e l'Unione europea, un fenomeno biblico estremamente complesso, anche perché il nostro Paese ha il problema di essere una piattaforma sul mare e quindi non si possono tecnicamente chiudere le nostre frontiere. E il problema vero è quello legato al rimpatrio delle persone irregolarmente presenti sul territorio, essendo necessari degli accordi internazionali specifici". Tornano a parlare della situazione veneta, Boffi ha sottolineato che il suo predecessore, Cuttaia, "mi ha spiegato come la soluzione-Conetta - ha osservato - sia stato il male minore, una scelta necessitata dalla situazione contingente, visto che sarebbe stato molto più pericoloso lasciare circolare indiscriminatamente i migranti sul territorio". Intanto, il nuovo prefetto ha reso noto che, per il 2017, i militari presenti sul territorio metropolitano veneziano per attività di vigilanza aumenteranno da 100 a 110.

"Al momento sul territorio veneziano non abbiamo segnali specifici di pericolo rispetto ad altre zone d'Italia, anche grazie all'attività egregia dei nostri servizi - ha continuato Carlo Boffi, parlando di terrorismo e sicurezza - Da diversi anni non esiste più la guerra com'è stata intesa fino agli anni '50. Il terrorismo vuole creare il terrore finalizzato ad un danno economico fortissimo e la mentalità occidentale è diversa da quella dell'integralismo islamico, per cui, di fronte al terrorismo, non funziona più il sistema tradizionale, ma deve essere potenziata la funzione preventiva, anche se nessuno può fare previsioni serie ed attendibili. Forse - ha proseguito - finora abbiamo avuto il piccolo vantaggio che le nostre forze dell'ordine hanno avuto la precedente esperienza del terrorismo italiano, essendo dunque più preparate a reagire a un fenomeno particolare, mentre altre nazioni europee hanno avuto più difficoltà. La speranza è che l'attività preventiva della nostra intelligence continui a funzionare come ha fatto fino adesso, così come c'è un buon controllo del territorio: l'importante è cercare di far bene il proprio compito a tutti i livelli". 

Il nuovo prefetto ha tranquillizzato anche riguardo alle possibili infiltrazioni della criminalità organizzata: "Sappiamo che ci sono stati e ci saranno dei tentativi in tal senso, ma, al momento, non ci sono segnali particolarmente preoccupanti che emergono dalla costante attività di vigilanza e monitoraggio della Prefettura", ha detto. Boffi ha concluso con una riflessione sugli ingenti flussi turistici a Venezia. "Qualche anno fa - ha detto - sono venuto da turista, a Carnevale, e non si riusciva a circolare. Questa città subisce un impatto enorme di presenze sul territorio ed è per questo che le regole vanno rispettate particolarmente. Lungi da me dare un'impostazione rigida al sistema: tutto va fatto con buon senso, perché la presenza di turisti dà un vantaggio economico a tutta la popolazione. Ma ci deve essere una sensibilizzazione, anche dei veneziani. Quanto ai flussi contingentati, ci deve essere un confronto con tutte le attività produttive, anche se capisco che non è facile: lascio quindi ben volentieri la bega al sindaco di Venezia".
 

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