rotate-mobile
Cronaca

Tribunale dà ragione alle agenti della polizia municipale: “Non c’è obbligo di uso delle armi”

Il giudice della sezione lavoro del palazzo di giustizia di Venezia ha confermato per le lavoratrici della polizia municipale il diritto all'obiezione di coscienza. Diccap: "Soddisfatti"

La sentenza pronunciata venerdì dal giudice Maria Margherita Bortolaso al tribunale di Venezia, ha decretato per le 8 lavoratrici della polizia municipale che si sono dichiarate obiettrici di coscienza, di svolgere il proprio servizio, pur senza l’utilizzo delle armi. Accertata anche la discriminazione di genere, rispetto ai colleghi di sesso maschile ai quali , diversamente, non è stato imposto questo tipo di obbligo.

“Il Comune - scrive il sindacato Diccap, Dipartimento autonomie locali e polizie locali - aveva infatti ritirato, all'ultimo momento, ogni disponibilità alla transazione e il giudice si espresso accertando il fatto e ordinando la concessione alle ricorrenti della facoltà di obiettare all'uso delle armi, così come avviene per il personale della polizia municipale di sesso maschile”.

“Una decisione importante”, afferma Luca Lombardo, coordinatore regionale Diccap - per ristabilire diritti fondamentali delle persone e dei lavoratori, in questo caso lavoratrici. Un risultato che segna la strada per assicurare una concreta attuazione della tutela dei diritti delle donne sul posto di lavoro. Un’altra vittoria - conclude Lombardo - messa a segno nelle diatribe con l'amministrazione comunale di Venezia”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Tribunale dà ragione alle agenti della polizia municipale: “Non c’è obbligo di uso delle armi”

VeneziaToday è in caricamento