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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca Lido

L'omicidio della giovane iraniana, coinquilina condannata a 17 anni

Il gup di Milano ha condannato Gagandeep Kaur, indiana, per l'omicidio della giovane Mathab Ahad Savoji. Il fidanzato invece è stato assolto

Una condanna e un'assoluzione. Il processo per l'uccisione di Mathab Ahad Savoji, la ragazza iraniana trovata senza vita nelle acque del Lido di Venezia dopo essere stata portata in laguna da Milano chiusa in un trolley, ha vissuto una prima tappa importante. Venerdì, infatti, il gup Simone Luerti ha condannato a 17 anni di reclusione Gagandeep Kaur, la giovane indiana accusata di aver strangolato il 28 gennaio 2014 la donna. L'avrebbe fatto per gelosia. Assolto, invece, il fidanzato Rajeshwer Singh perchè, secondo il giudice, non ci sarebbero prove sufficienti per dimostrare che abbia partecipato all'omicidio.

Dalla ricostruzione che è stata fatta nel corso del processo di primo grado, celebrato con rito abbreviato, i tre avrebbero trascorso a casa la serata, bevendo molto. Nel corso della notte la studentessa iraniana di 29 anni si sarebbe infilata nel letto del giovane indiano. Gagandeep Kaur l'avrebbe sorpresa, completamente nuda, accanto al compagno, avrebbe perso la testa e l'avrebbe strangolata con la collana d'oro di lui. Per il gup la donna avrebbe agito d'impeto e per lei ha escluso l'aggravante di motivi abietti o futili.

Nelle scorse udienze il pm Grazia Pradella aveva chiesto trent'anni di carcere per i due indiani, processati con rito abbreviato, che consente lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna.

Il giudice oggi ha condannato l'uomo a un anno e 8 mesi di reclusione solo per occultamento di cadavere, assolvendolo invece per insufficienza di prove dall'accusa di omicidio volontario. Nei confronti della donna condannata per omicidio, invece, ha escluso l'aggravante dei motivi abietti e futili, stabilendo una pena inferiore rispetto a quella chiesta dall'accusa. Le motivazioni della sentenza verranno depositate entro i prossimi 90 giorni.

La studentessa di Teheran, di 30 anni, si trovava in Italia per frequentare un corso all'Accademia di Brera e viveva insieme alla coppia di fidanzati indiani, che lavoravano in un albergo. Lo scorso 27 gennaio è stata strangolata nell'appartamento con una collana d'oro, decorata con simboli indiani, che spesso l'uomo portava al collo. Il suo corpo, stando agli accertamenti, è "rimasto per circa 8-9 ore in posizione fetale". Poi i due fidanzati, di 29 e 30 anni, hanno nascosto il cadavere in una valigia, hanno raggiunto in taxi Venezia e l'hanno gettato nella laguna.

Dopo poche ore il corpo è stato ritrovato in un canale del Lido e le indagini, coordinate dal pm Grazia Predella e dal procuratore aggiunto Alberto Nobili, hanno portato all'arresto dei coinquilini. Fin da subito si e' sospettato di un delitto commesso per gelosia, per una relazione che l'uomo avrebbe avuto con la coinquilina iraniana.

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