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Cronaca Cannaregio

Omicidio Magnanini, uno degli arrestati è un senzatetto inglese

Secondo i media d'Oltremanica si chiama Paul Williams, accusato d'aver "ostacolato la regolare sepoltura" del 46enne. Fermato anche un 22enne

Continuano le indagini sulla morte di Sebastiano Magnanini, il 46enne di Cannaregio trovato senza vita nel Regent's Canal di Londra il 24 settembre scorso. Il suo corpo era legato a un trolley per la spesa. La polizia inglese ha subito aperto un fascicolo per omicidio, e tra mercoledì e giovedì ha arrestato due persone, un 61enne e un 22enne. Scotland Yard ha reso noto che il primo dei fermati si chiamarebbe Paul Williams e sarebbe un senza fissa dimora inglese incriminato per aver "ostacolato la regolare sepoltura di Magnanini". Si tratta di una fattispecie di reato del diritto anglosassone che raramente verrebbe contestata. Fatto sta che per qualche motivo la polizia è convinta che il clochard sapesse della morte del veneziano, ma non avrebbe avvisato le autorità.

Di qui l'accusa di ostacolarne la regolare sepoltura. Williams è comparso venerdì mattina, stando ai media inglesi, davanti ai giudici del tribunale di Highbury, mentre ancora non sarebbero state fornite le generalità del 22enne che si trova in stato di fermo da poco più di un giorno. Gli inquirenti d'Oltremanica sono convinti che possa avere avuto qualche responsabilità nei confronti della morte di Magnanini, che si era trasferito da tempo a Londra dove lavorava come falegname specie per ditte di spettacoli. Nel suo passato un furto di una tela del Tiepolo da una chiesa di Venezia, ma ormai sono passati quasi circa vent'anni e la polizia inglese è convinta che l'episodio non c'entri nulla con il delitto. Tanto più che il fratello della vittima ai media britannici aveva dichiarato come il 46enne avesse cambiato vita. La sensazione, dunque, è che le indagini siano a una svolta: si vedrà poi se il senzatetto e il 22enne forniranno elementi utili agli investigatori o meno. Scotland Yard ha confermato che l'autopsia non ha ancora stabilito le cause della morte e che ulteriori esami verranno effettuati in questi giorni.
 

Il 46enne si era trasferito a Londra da tempo, dopo aver girato il mondo. Innamorato dell'Oriente, stava progettando un possibile ritorno in Cambogia, ma aveva viaggiato anche in Colombia e Thailandia. Nella capitale era amato da amici e colleghi soprattutto per la sua visione "artistica" e "libera" dela vita. Una vita che si è chiusa in maniera ancora oscura il 24 settembre scorso, dopo la segnalazione preoccupata di un passante che aveva segnalato la presenza di un cadavere. I colleghi di lavoro l'avevano visto per l'ultima volta due giorni prima della scoperta del corpo, identificato con esattezza solo la settimana seguente, quando grazie a tatuaggi e impronte digitali gli inquirenti riuscirono a dare un volto e un nome alla vittima. E la notizia rimbalzò in un baleno anche in laguna. 

Dalle ricostruzioni della polizia, l’uomo martedì 22 settembre si era mosso con i mezzi pubblici verso la stazione di King's Cross: dopodiché era stato visto ancora in vita lungo Caledonian Road, intorno alle 19. Indossava jeans neri, un top con cappuccio blu con cerniera sul davanti e una t-shirt di colore scuro: gli stessi vestiti che aveva addosso quando è stato visto nel canale.

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