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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Marcon / Via Francesco Guardi

Omicidio Manca, la verità di Dekleva: "Indagini a senso unico"

L'informatore farmaceutico nell'aula bunker di Mestre ha preso la parola e ha cercato di smontare gli elementi che l'accusa pone contro di lui

Ha preso la parola e si è erto ad avvocato di se stesso. Tentando di smontare pezzo per pezzo, indizio per indizio, quel quadro accusatorio nei suoi confronti costruito durante le indagini del pubblico ministero Francesca Crupi. Renzo Dekleva, infatti, durante l'udienza del processo d'Appello per l'omicidio della moglie Lucia Manca, come riporta il Gazzettino, si è alzato e ha deciso di parlare direttamente delle accuse che gli vengono rivolte. Lasciando intendere che secondo lui dalla scomparsa della bancaria di Marcon del 6 luglio 2011 si sarebbero condotti accertamenti a senso unico.

Così per quaranta minuti Dekleva venerdì nell'aula bunker di Mestre ha cercato di confutare gli elementi che il giudice per le udienze preliminari sono invece stati ritenuti sufficienti per condannarlo a 20 anni e sei mesi di reclusione. Le celle telefoniche del telefonino agganciate la notte dell'omicidio (quella di Rubano), o le impronte lasciate su un biglietto del casello di Piovene Rocchette, dove a due passi, sotto un viadotto a Cogollo del Cengio, tre mesi dopo la sua scomparsa è stato trovato il cadavere di Lucia Manca.

L'imputato ha voluto allontanare anche i sospetti sul movente del delitto: non era vero che la vittima, secondo lui, voleva togliergli la possibilità di utilizzare il suo patrimonio. Affermando che la ricostruzione dei movimenti dei conti correnti non sarebbe veritiera. La sentenza dell'Appello dovrebbe arrivare martedì.

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