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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Marghera / Via Carlo Alberto Radaelli

La casa del delitto perquisita da cima a fondo, martedì l'autopsia

Nuovo sopralluogo nella villetta di Alberico Cannizzaro a Marghera, ucciso giovedì: "Il giorno prima dell'omicidio le luci accese fino a tardi"

Continua il giallo, di conseguenza continuano anche le indagini della squadra mobile di Venezia per venire a capo dell'omicidio di Alberico Cannizzaro, il 79enne ucciso nella sua abitazione di piazzale Radaelli a Marghera con un coltello da cucina. I residenti non sanno darsi una spiegazione. Nessuna voce, nessun sospetto per ora viene cavalcato dalla "vox populi". Naturalmente però gli inquirenti si muovono su un altro piano: servono analisi, esami, tracce, prove. Solo con il tempo il quadro indiziario potrà arricchirsi di nuovi tasselli, in grado di far luce su quello che a tutti gli effetti appare un giallo.


"Sono passati quattro giorni - scrive don Corrado Cannizzaro su Facebook, il figlio che ha trovato il padre senza vita - Ieri a messa una grande parola di speranza: "Ti basta la mia grazia". Ma (come dice San Paolo) la "spina nella carne", fa male, è profonda. Centinaia di messaggi, mail, telefonate. Grazie a tutti coloro che sostengono mia mamma, mio fratello e me con l'affetto, la vicinanza, soprattutto la preghiera". Anche il fratello don Stefano ringrazia della vicinanza: "Volevo ringraziare le tantissime persone che in questi giorni sono vicine a mia mamma, mio fratello e me in questo momento così difficile. E vi chiedo di continuare a pregare..."

In attesa dell'autopsia di martedì mattina, che certo costituirà una fase cruciale dell'indagine, contribuendo a far luce sulla dinamica dell'assassinio e sul tipo di traumi riportati dalla vittima, lunedì la sezione di polizia giudiziaria della questura ha effettuato una perquisizione da cima a fondo dell'abitazione del 79enne. Se pare che non sia stato rubato nulla dall'assassino, serve esserne certi. Per questo motivo sei agenti in borghese hanno messo piede nell'abitazione di piazzale Radaelli verso le 11, per poi uscirne un'ora e mezza dopo. Se non verrà trovato nulla fuori posto, allora sarà confermato che l'omicida ha ucciso non a scopo di rapina, bensì per motivi personali, su cui ancora aleggia il mistero. Il colpevole avrebbe lasciato anche un'impronta insanguinata della propria calzatura. Un segno incompatibile rispetto non solo a ciò che indossava la vittima, ma anche a ciò che calzava il figlio don Corrado, le cui scarpe sportive marroni sono state sequestrate giovedì pomeriggio. In modo da poter escludere dalle indagini i segni lasciati da quelle suole.

Si attendono anche i risultati delle analisi dei reperti requisiti dalla squadra mobile, non ultima l'impugnatura dell'arma del delitto, dove potrebbero trovarsi le impronte dell'assassino, preda di un raptus che l'ha indotto a prendere la lama nella cucina dell'anziano e affondare i colpi, tanto che un frammento di lama è rimasto incastrato tra la gola e la spalla. La porta d'ingresso della villetta e le finestre non riportano segni di effrazione, dunque è probabile che la vittima, trovata a pancia in giù sul pavimento della cucina con più traumi sul proprio corpo, abbia aperto all'omicida. L'attenzione rimane concentrata anche sul retro della quarifamiliare: i due figli della vittima, don Corrado e don Stefano, hanno più volte durante il sopralluogo volto lo sguardo al di là dei panni ancora stesi in giardino. Anche le forze dell'ordine hanno controllato i possibili "itinerari alternativi" che può avere seguito il colpevole.

C'è infatti una parte del giardino che dà sul piazzale, e un'altra che appare piuttosto coperta alla vista (anche a causa dei panni stesi). Lì il colpevole avrebbe potuto fuggire senza dare troppo nell'occhio. Piazzale Radaelli è molto frequentato, caratterizzato da un certo viavai di persone. Tutti sanno tutto di tutti. Invece nessuno pare abbia visto nulla giovedì mattina. I vicini di casa non hanno nemmeno mai assistito a visite "sospette" nei giorni precedenti al delitto. Mercoledì sera, però, insolitamente l'abitazione di Alberico Cannizzaro, che si trovava da solo perché la moglie era a dare una mano in un camposcuola ad Auronzo di Cadore, è rimasta illuminata fino a tarda sera. Un fatto che, col senno di poi, ha instillato qualche punto di domanda in alcuni residenti. In attesa dell'esame autoptico, lunedì sono stati eseguiti anche dei prelievi dal corpo della vittima che pemetteranno di effettuare alcuni accertamenti di laboratorio. Potranno tornare utili in un secondo momento, quando l'inchiesta entrerà nelle sue fasi decisive.

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