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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Marghera / Via Carlo Alberto Radaelli

Cannizzaro ucciso per rapina? Il presunto colpevole è in Romania

Svolta nelle indagini per l'uccisione del sarto 79enne di Marghera, assassinato a coltellate il 2 luglio scorso. Un furto finito male?

Il caso dell'omicidio di Alberico Cannizzaro, il 79enne trovato privo di vita dal figlio Don Corrado nella sua abitazione di piazzale Radaelli a Marghera, è arrivato a una svolta. Tant'è vero che è stata convocata una conferenza stampa in questura giovedì pomeriggio. Indagini silenziose ma continue da parte della squadra mobile di Venezia, che è riuscita a individuare il presunto omicida in Romania. Quello che secondo gli investigatori sarebbe il colpevole si troverebbe recluso in un carcere in madrepatria, e sarebbe fuggito dall'Italia subito dopo aver commesso il delitto.

Va da sé che ora le autorità italiane chiederanno la sua estradizione per il processo. Dopo che nei giorni immediatamente successivi alla tragedia era stata scartata la possibile intrusione dell'assassino per un furto poi sfociato in rapina, ora l'ipotesi torna prepotentemente d'attualità. "E' stato scritto che non aveva rubato nulla, invece non è così", dichiara la vedova, che nel pomeriggio assieme ai figli della vittima, don Stefano e don Corrado Cannizzaro, è stata convocata in questura per un colloquio con gli investigatori. Finalmente, anche se l'inchiesta è lungi dall'essere conclusa, anche loro possono tirare un sospiro di sollievo. Perché anche loro giorno dopo giorno si sono arrovellati per capire perché una persona che  si faceva voler bene da tutti fosse stata uccisa a quel modo.

L'anziano al momento del delitto si trovava da solo in casa ed è stato raggiunto da più coltellate. Una gli avrebbe squarciato la gola. A mettere sulla giusta strada gli inquirenti letteralmente un "passo falso" dell'intruso. All'interno dell'abitazione, infatti, è stata individuata e isolata un'impronta di una suola di una calzatura. Tant'è vero che ai residenti è stato chiesto di effettuare un test di comparazione. Ora, dunque, la svolta. Dopo che il figlio don Corrado Cannizzaro, parroco della parrocchia di San Pietro Orseolo a Mestre, aveva chiesto giustizia dall'altare per il padre. Non solo perché il colpevole venisse affidato alla giustizia, ma per riuscire a rispondere alla domanda che ogni giorno rimbalza nella mente anche del fratello don Stefano: "Perché?".

Il delitto fu commesso con ogni probabilità all'ora di pranzo del 2 luglio scorso: la vittima avrebbe aperto la porta all'assassino, visto che non sarebbero stati rilevati segni di scasso. A incastrare il presunto colpevole anche la comparazione del DNA: alcune tracce rilevate nell'abitazione del delitto corrisponderebbero con quelle del detenuto in Romania. 
 

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