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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Marghera / Via Carlo Alberto Radaelli

Omicidio a Marghera, anziano ucciso con una coltellata alla gola

Alberico Cannizzaro, padre 79enne di due preti, è stato trovato dal figlio Corrado giovedi pomeriggio nella sua abitazione. Più d'un colpo inferto?

Nel momento in cui gli agenti della scientifica hanno iniziato a vestirsi con le loro tute bianche si è capito. Marghera diventa ancora una volta lo scenario di un omicidio, dopo il tragico agguato di piazza Mercato di due anni fa. Ma ancora di più ci si trova di fronte a una persona anziana che subisce una violenza spropositata. Come la signora Cecilia in via Aleardi a Mestre, vittima di una brutale rapina con pestaggio, o ancora prima come con la signora Lida Taffi Pamio, uccisa a coltellate. Per quell'omicidio è stata arrestata la vicina di casa, Monica Busetto. E proprio tra chi non era certo estraneo all'abitazione di piazzale Radaelli di Alberico Cannizzaro si stanno concentrando in queste ore gli accertamenti degli inquirenti.

Perché il 79enne, padre di due sacerdoti molto conosciuti in città, è stato trovato dal figlio don Corrado, parroco della parrocchia di San Pietro Orseolo, riverso a terra in una pozza di sangue in cucina. Ma nessun segno di effrazione della porta d'ingresso, su cui per ora ha insistito l'andirivieni delle forze dell'ordine. "Le finestre erano tutte chiuse - racconta don Corrado - e la casa per quanto ho visto e per quanto mi è stato possibile capire in quei momenti appariva in ordine". Il prete aveva deciso di recarsi di persona nell'abitazione per controllare come stesse il padre. Perché all'altro fratello Stefano, amministratore parrocchiale di San Paolo, in via Stuparich, non rispondeva al telefono. Il prete era al camposcuola con la madre e moglie della vittima. A loro quella latitanza deve essere sembrata quantomeno sospetta. Per questo hanno chiesto a don Corrado di andare a controllare.

Una volta girata la chiave nella toppa della porta (che era chiusa), due passi all'interno per superare l'ingresso della quadrifamiliare e lo sguardo che si concentra in cucina, dalla parte del retro. Lì il padre era riverso in un lago di sangue. L'assassino gli ha squarciato la gola da parte a parte con un coltello. Da destra verso sinistra (o viceversa). La lama si è conficcata all'interno, e solo i successivi sopralluoghi hanno permesso di far luce su questo aspetto la vicenza. Ma la furia omicida non si sarebbe fermata qui. E' possibile che sia stato inferto almeno un altro colpo d'arma da taglio sulla schiena della vittima. Con violenza e ferocia. Un incubo per don Corrado, che per tutta la sera e la notte ha atteso notizie davanti all'ingresso dell'abitazione del padre. Con una compostezza che gli rende onore, in questi drammatici momenti. Ha risposto alle domande degli inquirenti e ha assistito in silenzio, ormai quando la mezzanotte era già scoccata da tempo, alla rimozione della salma.

Alberico Cannizzaro, che fece di professione il sarto, era completamente autosufficiente nonostante l'età avanzata. Spesso dava una mano per gli orti parrocchiali. La pensione la ritirava il primo giorno di ogni mese, un dettaglio su cui gli inquirenti stanno lavorando. Possibile che sia stato un omicidio a scopo di rapina? Il figlio naturalmente non ha ispezionato la camera da letto dell'uomo. Ha visto solo poche stanze. Anche se il padre era poco avvezzo ai contanti. Preferiva utilizzare il bancomat e le carte di credito. Per di più i soldi gli venivano accreditati nel suo conto corrente, se poi qualcuno doveva prelevare, quello lo facevano i figli. L'omicidio è stato perpetrato in pieno giorno, ma senza segni di effrazione. Finestre e porte della casa erano tutte chiuse al momento dell'arrivo delle forze dell'ordine. Dunque Alberico potrebbe aver aperto al proprio assassino. Potrebbe averlo conosciuto.

"Mio padre però non apriva mai a nessuno - spiega don Corrado - era piuttosto riservato". Una versione confutata da un giovane residente: "Apriva a tutti, era molto altruista", spiega. In ogni caso l'omicidio sarebbe avvenuto tra la tarda mattinata e il primo pomeriggio di giovedì, visto che Alberico Cannizzaro è stato visto in giardino verso le 8 di mattina e comunque aveva risposto al telefono al figlio. All'ora di pranzo, invece, il telefono è squillato a vuoto. E' probabile quindi che il colpo mortale alla gola sia stato perpetrato in "piena mattinata". Di più: il cancelletto che dà sul retro dell'abitazione, dove si trova anche la cucina, di solito la vittima lo lasciava sempre aperto. Almeno secondo alcuni residenti. Giovedì invece era chiuso. Coincidenza? Saranno gli inquirenti a stabilirlo.

C'è anche un punto di domanda sull'arma del delitto, che non sarebbe stata trovata dalle forze dell'ordine. Almeno durante il primo sopralluogo. Sul posto a più riprese volanti della questura, squadra mobile e agenti del commissariato locale. Se la lama del coltello si trovava conficcata nella gola della vittima, il manico sarebbe stato individuato pochi metri più in là. "Ho avuto una vita piena", aveva detto il giorno precedente alla morte Alberico a una catechista. Una vita che si è conclusa nel peggiore dei modi possibili. Possibile anche che la vittima stesse per uscire al momento dell'omicidio: porte e finestre, come detto, erano chiuse (e lui lo faceva sempre quando doveva lasciare la propria abitazione), in più indossava pantaloncini, maglietta e cappello, un capo quest'ultimo che Alberico Cannizzaro utilizzava quando usciva di casa per andare a trovare i figli.

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