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Cronaca Salzano / Via Frusta

Omicidio Salzano, Cristiana resta in cella: "Non ho avuto affetto"

La 52enne che ha ucciso a coltellate la madre 80enne ha pianto per due volte davanti al gip. Alla base del delitto il rapporto teso con la vittima

Per la prima volta dal fattaccio le lacrime le hanno rigato il volto. Segno che la consapevolezza della gravità dell'accaduto forse sta facendo capolino anche in Cristiana Corbetto, la 52enne di Salzano che venerdì scorso ha ucciso con diversi fendenti alla gola la madre 80enne Giuseppina Baiano. Per la rea confessa il gip Roberta Marchiori, al termine di un interrogatorio di garanzia durato un paio d'ore, ha convalidato il fermo per omicidio volontario.

La donna, quindi, rimane nel carcere femminile della Giudecca. In attesa che venga eseguita l'autopsia sul corpo della vittima, il cui cadavere è stato trovato sabato sera dai carabinieri nella camera da letto della villa di via della Frusta che le due donne condividevano. Cristiana Corbetto avrebbe parlato con calma, rispondendo alle domande del giudice e ricostruendo quel rapporto d'amore e odio che si trascinava negli anni, diventato negli ultimi tempi (forse dalla morte della zia disabile della 52enne avvenuta ad aprile scorso) sempre più teso.

Litigi continui, tanto che i vicini di casa hanno dichiarato che dovevano chiudere le finestre per non sentire le urla. Da questa tensione e dalle presunte minacce della madre di "rinchiuderla in ospedale psichiatrico", lei che da diversi anni era seguita dal centro di igiene mentale di Mirano, sarebbe scaturita l'idea di Cristiana Corbetto di uccidere la madre, descritta anche dai residenti come molto dura. Una decisione d'impeto. Presa a poche ore da quell'appuntamento con la psicologa (fissato alle 10 di venerdì) per avviare le pratiche per l’interdizione della 52enne. Una seduta cui naturalmente non si presentò nessuno.

"La mia coscienza mi ha detto di ucciderla", aveva spiegato alle forze dell'ordine sul posto. Salvo poi affermare che a dirglielo "era stato il computer". La sua ricostruzione ha sempre rispecchiato in pieno gli accertamenti dei carabinieri, ma il tutto poggerebbe su basi instabili. Subito dopo l'omicidio, infatti, la decisione di mettere la madre in un sacco Cristiana l'avrebbe presa non per nascondere ciò che aveva combinato, bensì per "pulire" la casa. Togliendo il pigiama della vittima intriso di sangue, pulendo le pareti e il pavimento. In tutto questo potrebbe ravvisarsi non la volontà di celare l'omicidio (ammesso già sul posto dalla 52enne) ma di mettere in ordine. Il cadavere di Giuseppina Baiano aveva perso molto sangue. Il primo colpo, infatti, la ha reciso la carotide. E' stato inferto tagliando orizzontalmente dall'orecchio alla gola. Poi sono seguiti altri colpi "di punta" all'altezza del pomo d'adamo. Che la rea confessa avrebbe rimosso dalla propria memoria.

Durante l'interrogatorio, però, ci sono state anche le lacrime. Che fino ad ora erano mancate. La consapevolezza forse di aver ucciso l'unica parente che le era rimasta in vita. Quella madre accusata dalla figlia di essere stata poco presente nei momenti di solitudine e di scoramento che hanno caratterizzato molte volte la vita della 52enne, dalla morte del marito a quella del padre, cui era molto legata. Un rapporto tra madre e figlia che dunque negli anni si è avvitato su se stesso fino a sfociare nella tragedia.

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