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L'omicidio di Venezia, i porter: "Tra loro due c'erano già stati problemi" La coltellata fatale per un insulto

I portabagagli: "Non c'entriamo nulla". Il 35enne arrestato si è tolto la pettorina e ha nascosto il coltello in un magazzino. Poi fuga verso Mestre

E' un mondo sommerso che periodicamente fa capolino per casi come questo. Per casi di sangue, magari meno gravi rispetto a un omicidio. Tant'è. Avrebbe potuto accadere in altre zone al confine tra la laguna e la terraferma, come di "confine" è stata l'ultima parte dell'esistenza di chi ha subito quella coltellata al fianco risultata poi fatale. Semir Gaouem, 29 anni, un passato da camionista è morto giovedì sera al culmine della scalinata di Venezia Santa Lucia, verso le 21. Un fendente unico gli ha trapassato il costato, colpendolo al cuore. Nessuno scampo per lui. Tutto per un insulto, per quel "bangla di m..." che avrebbe proferito nei confronti del suo aggressore. Così il giorno seguente sono tornate le telecamere a cercare di far luce su quella "vita da clochard" del giovane, che prima dell'aggressione si apprestava a passare la notte nei pressi della stazione. Ma quando i riflettori si spengono, quell'esistenza ai margini continua. Con i suoi personaggi, le sue regole, il suo muoversi sempre sul filo.

LA CRONACA - QUEL CORPO PRIVO DI VITA A TERRA ALLA STAZIONE

I PORTER: "NON CENTRIAMO NULLA, L'ARRESTATO PERSONA AGGRESSIVA" - VD

Un filo che per il 29enne si è spezzato, sempre che le accuse verranno confermate, per mano del presunto omicida: Musharraif Hussain, 35enne di nazionalità bengalese. Professione porter. Tutte le carte in regola e un carattere descritto dai colleghi come "aggressivo": "Ci ha dato tanti problemi - dichiarano due colleghi italiani a piazzale Roma - l'altra settimana sono andato in un albergo per un appuntamento con dei clienti e le valige non c'erano più. Se l'era prese lui. Quando l'ho affrontato mi ha morso al braccio". Un'indole perlomeno "forte" dunque quella dell'arrestato, immortalato dalla telecamere di videosorveglianza mentre risponde a una tragica aggressione che comunque sarebbe partita dalla vittima, la quale era appena tornata da una mensa per poveri del centro storico.

LA POLIZIA SUL LUOGO DEL DELITTO - VIDEO

Omicidio alla stazione di Santa Lucia a Venezia

Semir a un certo punto si avvicina al suo interlocutore aggredendolo alle spalle, quest'ultimo si gira e durante la colluttazione fa partire la coltellata. Il ferito si trascina fino alle vetrate dell'ingresso della stazione. Per poi spirare. E' ancora vivo al momento dei primi soccorsi di polizia ferroviaria e volanti. Ma all'arrivo dei sanitari del 118 perde la vita. Quella lama da dieci centimetri l'ha raggiunto al cuore, non c'è scampo. Il coltello viene trovato e sequestrato in un magazzino nella disponibilità del 35enne vicino a campo San Geremia. Gli elementi in mano alla squadra mobile della questura sono numerosi, e concordanti. In primis telecamere e testimoni indicano che l'omicida in fuga indossava la classica pettorina da "porter". Sono alcuni colleghi a indicare agli agenti che la sua "base" è poca distanza, sempre in centro storico. Quando gli agenti ci arrivano trovano l'arma del delitto, e la famosa pettorina sporca di sangue. Segno che lì Hussain si è cambiato alla bell'è meglio per poi raggiungere piazzale Roma.

Dove poteva andare se non a casa? Sperando di non essere individuato. In viale San Marco, però, capisce che per lui era finita. Vicino alla sua abitazione trova gli agenti delle volanti che l'aspettavano al varco. Poi il trasferimento in questura e l'arresto per omicidio. In attesa della convalida. "Se il gip accoglie la nostra tesi credo che problemi non ce ne saranno", dichiara il procuratore capo Carlo Delpino. Del resto gli inquirenti sono convinti di aver chiuso nel giro di un'ora il cerchio: "Abbiamo motivo di ritenere che l'episodio non nasca nel mondo della criminalità - sottolinea il questore Angelo Sanna - stiamo comunque continuando le indagini, coordinate dal magistrato". Oltre alle telecamere di sorveglianza e ai testimoni ci sono anche quegli indumenti intrisi di sangue che il presunto omicida indossava ancora al momento del fermo (a parte la pettorina). Un omicidio per cui si fa sempre più strada l'ipotesi di una lite sfociata nel sangue per futili motivi.

"E' stata una lite tra loro - dichiarano i porter a piazzale Roma - La nostra categoria non c'entra nulla. Anzi, a quanto ci risulta i due avrebbero avuto anche qualche screzio alcuni giorni fa. A questi stranieri, però, danno la licenza immediata e fanno concorrenza a noi italiani, praticando prezzi più bassi. L'arrestato era una persona aggressiva, anche con alcuni di noi".

IL QUESTORE: "NON E' UN DELITTO LEGATO ALLA CRIMINALITA'"

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