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Cronaca

Scoperto un giro di Rolex falsi da 6 milioni, 200 orologi sequestrati

La guardia di finanza ha sgominato una banda che operava in diverse regioni. Perquisizioni a 16 persone anche nel Veneziano, sia italiane che straniere

Un grosso giro di orologi contraffatti, che avrebbe fruttato alla banda un giro d'affari stimato in circa 6 milioni di euro. Si è mossa anche nel Veneziano l'operazione della guardia di finanza di Vicenza che ha smantellato una organizzazione criminale attiva in diverse regioni, specializzata nel commercio di orologi fasulli di marchi prestigiosi. Una ventina le perquisizioni operate nei confronti di sedici persone, italiane e straniere, tra le province di Venezia, Vicenza, Padova, Napoli, Palermo, Genova e Lucca. L'operazione ha portato al sequestro di 200 orologi.

Le persone coinvolte sono ritenute responsabili dei reati di contraffazione aggravata, introduzione aggravata nel teritorio nazionale di prodotti con segni falsi, commercializzazione aggravata di orologi contraffatti (in maggior parte di marca Rolex) e ricettazione. Altri 100 pezzi erano stati sequestrati nei mesi precedenti, oltre a circa 60 mila euro in contanti. I criminali spedivano in ogni parte d’Italia la merce tramite corrieri espresso, facendosi pagare con accredito su carte di debito ricaricabili.

L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore del tribunale di Vicenza, Giovanni Parolin, e condotta dalla sezione mobile del nucleo di polizia tributaria di Vicenza, ha preso avvio nei mesi scorsi in seguito ai sospetti nati su di un cittadino senegalese residente a Padova. In quell'occasione si è scoperto che l'uomo era coinvolto in una vendita a richiesta di orologi contraffatti di ottima fattura, confezionati in scatole altrettanto verosimili. La lucrosa attività, in corso da diverso tempo, veniva effettuata mediante l’utilizzo di una ditta individuale come copertura. 

L'operazione ha poi portato all'identificazione di altre 15 persone dislocate tra il Veneto e le città di Napoli, Palermo, Genova e Viareggio (Lucca), nonché numerosi piccoli distributori/clienti finali in varie parti della penisola. Gli orologi venivano venduti sia nelle bancarelle di commercianti ambulanti sia in negozi regolarmente operanti nel settore dell’orologeria e della gioielleria: alcuni di questi, oltretutto, non avevano mai presentato dichiarazioni fiscali.

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