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Cronaca

Ospedale unico, la questione sanità torna sul tavolo dei sindaci veneti

Tra schede ospedaliere e problemi ai macchinari, non si riesce a risolvere il dilemma sanitario veneto. Può una sola struttura essere la soluzione?

Una Tac nuova di zecca, condivisa tra San Donà e Jesolo, che va in tilt, due ospedali che si ritrovano bloccati. È quello che è successo nei giorni scorsi e che ha costretto a continui trasferimenti in autoambulanza tra Portogruaro e Mestre. Proprio questo incidente, in concerto con le recenti decisioni sulle schede ospedaliere, ha riaperto il dibattito sull'ospedale unico, come riferisce anche la Nuova Venezia.

QUESTIONE APERTA – Lunedì i sindaci del Veneto orientale si riuniranno per eleggere il nuovo presidente che succederà al sindaco di Torre di Mosto, Camillo Paludetto. Sul tavolo, però, la questione sanitaria resta fondamentale: le schede ospedaliere hanno confermato Portogruaro, rasserenato San Donà riguardo al polo chirurgico e ortopedico e garantito Jesolo per la riabilitazione e il pronto soccorso, ma i posti letto continuano a mancare ovunque. Per qualcuno, comunque, quattro ospedali sono troppi e l'ipotesi di creare una struttura unica per tutto il Veneto orientale, chiaramente quella favorita dal governatore Luca Zaia, resta la migliore. Non tutti però la vedono così: il sindaco di Portogruaro, Antonio Bertoncello, crede che sia più importante risolvere prima i problemi delle strutture esistenti, mentre i più critici puntano il dito contro l'esempio dell'Angelo, che avrebbe cannibalizzato gli altri nosocomi del Veneziano senza però riuscire a soddisfare le necessità di tutto il territorio, facendo scomparire gli ambulatori di pronto soccorso e riempiendo invece di debiti le casse delle amministrazioni.

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