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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Parla il padre della guardia penitenziaria: "Lei aveva tanti progetti, indagare a 360 gradi"

M.T.T.M., 28 anni, è in condizioni gravi all'Angelo di Mestre. Il padre: "Spero mi stupisca con il carattere forte che ha. Si era appena iscritta all'università. Guardava sempre al futuro"

"Non aveva un carattere forte, ma fortissimo. Una roccia". Parla dall'ospedale dell'Angelo di Mestre il padre di M.T.T.M., la guardia penitenziaria 28enne che martedì scorso è stata ricoverata dopo essere stata raggiunta da un colpo di pistola alla testa mentre si trovava nel padiglione Jona del Civile di Venezia. Era in servizio con la pistola d'ordinanza. I genitori non credono all'ipotesi di un tentato suicidio: "Mia figlia aveva un senso del dovere molto marcato - dichiara il padre - era orgogliosa di poter servire lo Stato e lo faceva sempre nel migliore dei modi".

Le condizioni della giovane donna sono stabili, ma il quadro appare molto difficile. In tantissimi in questi giorni hanno raggiunto il nosocomio mestrino per stare vicino alla 28enne: "Spero che tra un paio di giorni mi sorprenda - continua il padre - grazie a quel carattere forte che la contraddistingueva. Ha sempre voluto crescere nella sua professione e lo stava facendo anche adesso. Pochi giorni fa si era iscritta a un'università a distanza per un corso triennale. Questo non lo fa uno che vuole uccidersi".

La grande passione della 28enne è il calcio a 5, che praticava ai massimi livelli con la squadra Rambla di Curtarolo, nel Padovano. Ruolo portiere. "Solo la domenica prima aveva disputato una delle partite migliori della sua vita - continua il padre - giocava come un'atleta che non aveva problemi. Lei ci credeva in quello che faceva. Ci credeva e aveva le capacità per eccellere". La polizia sta continuando a indagare sull'accaduto, senza lasciare nulla di intentato. Sono stati eseguiti più sopralluoghi nel padiglione Jona, dopo aver raccolto le testimonianze dei colleghi e di chi è accorso per primo dopo la scoperta del corpo della giovane: "Chiediamo che si indaghi a 360 gradi - conclude il padre - perché se nostra figlia avesse avuto problemi tali da indurla a cercare di togliersi la vita allora ci spieghino perché aveva ancora la possibilità di utilizzare la pistola d'ordinanza e perché in quel momento era da sola. Senza colleghi al suo fianco".  

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