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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Spinea

Artigiano di Spinea "perde" 14mila euro di disoccupazione per un errore del patronato

L'uomo, un 48enne, contesta tramite l'Adico l'operato del patronato al quale si era rivolto. Garofolini: "A questo punto bisogna prevedere maggiori tutele per i contribuenti"

Ha perso circa 14mila euro di disoccupazione per un errore del Caf a cui si era rivolto per la presentazione della relativa documentazione all’Inps. Soldi che naturalmente sarebbero tornati utili a lui e all’attività appena avviata dopo essere rimasto a casa da un altro lavoro. Ora L.M., 48enne artigiano residente a Spinea, ha deciso di rivolgersi  all’Adico, per chiedere di essere tutelato nei confronti dello stesso Caf.

La storia. L’artigiano di Spinea, che era occupato in una azienda locale come tecnico caldaie, a maggio del 2015 perde il lavoro. Si rivolge dunque all’ufficio Inps per chiedere l’indennità di disoccupazione NASpi introdotta dal Job Acts. Per la documentazione necessaria si affida ad un patronato di Mirano che prende in mano la pratica e la presenta all’Ente previdenziale, il quale l’accoglie. Fino a qui tutto bene, dunque. I problemi, però, nascono a inizio 2016 quando il 48enne di Spinea decide di aprire assieme al cugino una attività in proprio, sempre nell’ambito dell’assistenza-caldaie. A quel punto, racconta Marin,  “ho comunicato la novità sia all’Inps che al Caf, il quale mi ha detto che avendo sfruttato solo una parte della Naspi, avrei avuto diritto a un’altra porzione di disoccupazione per una cifra corrispondente a circa 14mila euro. Dal Patronato mi hanno chiesto la documentazione che attestava l’avvenuta costituzione della nuova società davanti al notaio. Dopo un paio di settimane ho consegnato i fogli richiesti".

Passa qualche giorno e il Caf chiede all’artigiano altra documentazione relativa all’inizio attività. Marin porta anche queste carte al Patronato ma dopo alcuni giorni riceve un sms dall’Inps che gli comunica che la sua domanda non è stata accolta perché manca ancora la documentazione necessaria. Quindi "sono andato io stesso all’Inps e ho scoperto che bastava un certificato che doveva rilasciarmi il Comune sempre relativo all’inizio della mia attività. Ormai però era troppo tardi. Ho chiesto dunque spiegazioni al Caf e qui mi hanno detto che non sapevano fosse necessario questo documento. Sono rimasto di stucco".

Ora, tramite l’ufficio legale dell’Adico, ha scritto al patronato. "Chiediamo al Caf di intervenire con la propria assicurazione per bilanciare il grave pregiudizio economico subito dal nostro socio - spiega Carlo Garofolini, presidente dell’associazione - In ogni caso sono tantissime le persone che si rivolgono a noi contestando gli errori dei Caf. Nel 2016 registriamo un vero e proprio boom di segnalazioni. A questo punto bisogna prevedere maggiori tutele per i contribuenti perché le assicurazioni dei Caf coprono solo le eventuali sanzioni e le more che vengono comminate ai cittadini per errori del Patronato stesso. Non copre, però altri tipi di errori. Ci è capitato per esempio più di un caso sbagli sul calcolo dell’Isee che hanno impedito alle famiglie di ottenere agevolazioni, per esempio, sulle rette degli asili nido. Sappiamo che i Caf svolgono tantissime pratiche e per lo più lavorano bene. Ma quando commettono un errore per il contribuente le conseguenze possono essere nefaste, per questo servono maggiori tutele".

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