Scritte "No Tav liberi" al Tribunale, perquisito l'ex ospizio Contarini

Ecco spiegato il motivo di tanta presenza di forze dell'ordine di fronte alla cittadella della giustizia di piazzale Roma. Se lo sono chiesti i cittadini martedì, se l'erano chiesto anche gli addetti ai lavori. Davanti all'ingresso a turno numerosi agenti di polizia e carabinieri, dietro di loro alcune delle tracce che ancora rimangono dopo il raid vandalico di qualche settimana fa, durante il quale sulle porte scorrevoli all'ingresso dello stabile comparirono le scritte "No tav" e "Liberi". Inequivocabile quindi quale possa essere la matrice di un gesto del genere.

Ma capire chi materialmente possa poi aver "contornato" il tutto con della vernice rossa (non ancora rimossa dall'edificio) è un altro paio di maniche. Le indagini sono proseguite sotto traccia, sfruttando con ogni probabilità anche il sistema di sicurezza della cittadella. Telecamere e sensori. Finché le forze dell'ordine, su disposizione del Pool Antiterrorismo della Procura di Venezia, martedì mattina non si sono presentate all'ex ospizio Contarini occupato. Dove trovano alloggio diverse persone appartenenti alla sfera anarcoide.

Dopo aver esibito il decreto, gli uomini della Digos e del Comando provinciale di Venezia dei carabinieri hanno passato al setaccio le stanze dello stabile di fondamenta delle Terese a Dorsoduro, con lo scopo di raccogliere ulteriori indizi su chi possa essere stato l'artefice delle scritte comparse il 16 novembre scorso, anche in una delle sedi della Regione Veneto situata in fondamenta Santa Lucia. Dopodiché le forze dell'ordine se ne sono andate non prima di aver sequestrato "materiale di interesse investiigativo", su cui gli inquirenti non intendono sbottonarsi. Vista la natura del raid, è probabile che si fosse alla ricerca di indumenti o di bombolette spray che possano contribuire a dare una svolta alle indagini.