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Cronaca Chioggia

Chioggia, il mare ha restituito i cadaveri dei due pescatori scomparsi

Appartengono a Filippo Salvagno, di 42 anni, e ad Angelo Tiozzo Brasiola, di 38, i corpi senza vita rinvenuti ieri a Punta Sabbioni e al Lido di Venezia, erano usciti giovedì sera in barchino

Appartengono a due pescatori scomparsi giovedì sera,  Angelo Tiozzo Brisiola, di 38 anni, e Filippo Salvagno, 41 anni, i corpi senza vita trovati venerdì mattina, l’uno galleggiante nel canale Treporti, in corrispondenza del lungomare San Felice a Punta Sabbioni, l’altro sula spiaggia vicino al bagnasciuga, a poca distanza dall’hotel Des Bains al Lido di Venezia.

Il primo di corporatura robusta, alto circa 1 metro e 70 centimetri, capelli neri e addosso una lunga cerata e un pesante copritorace. Lo stato di conservazione era buono e l’uomo era privo di documenti. Le prime ipotesi sulla sua morte avevano portato verso una caduta accidentale da un’imbarcazione durante una battuta di pesca notturna.

Il secondo cadavere, invece, era completamente nudo e, a causa di alcune segnalazioni, in un primo momento non si è esclusa nemmeno la pista del gioco erotico, poi accantonata mano a mano che emergevano nuovi elementi per le indagini. Il suo corpo non presentava segni di violenza.

Le due morti sono state ora raccolte in un unico fascicolo e ricondotte direttamente alla capitaneria del porto di Chioggia, dove nel pomeriggio era stata denunciata dai familiari la scomparsa dei pescatori. Filippo Salvagno è sposato e padre di un bimbo di due anni.

Stando a quanto rilevato, i due solitamente uscivano in mare a bordo di un peschereccio chiamato Padre Pio, ma, a causa delle molte multe ricevute e per il divieto a pescare sotto costa, tra giovedì sera e l'alba di venerdì avevano deciso di uscire in barchino per poter stare sotto riva. Sarà l'autopsia a far luce sulle cause dei decessi.

 

“Voglio esprimere il cordoglio mio personale e della Regione alle famiglie dei due pescatori di Chioggia i cui corpi sono stati recuperati lungo i litorali veneti. Confermo la mia vicinanza a tutta la categoria dei pescatori del Veneto per questo lutto che ci accomuna e che ci deve far meditare su un lavoro difficile e sempre più osteggiato da una visione burocratica dell’attività di pesca nell’Alto Adriatico”. Questo il commento dell'assessore regionale alla Pesca Franco Manzato, che aggiunge: "Non voglio tacere in questa dolorosa circostanza, che è purtroppo collegata alla situazione di pesantissima difficoltà del settore e di chi vi lavora, che si allarga a intere famiglie e a comunità locali che nell’attività peschereccia hanno costruito con fatica la loro storia”.

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