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Cronaca Marghera / Porto Marghera

Torce accese: "Il Comune ha informato in ritardo, ci spieghino i motivi del silenzio"

La consigliera del Pd, Monica Sambo, annuncia un'interrogazione. Critico l'ex capo ufficio stampa di Ca' Farsetti, Bon: "Ha parlato prima l'Ulss 12". Martin: "Siamo stati tempestivi"

"Mi risulta, dalle segnalazioni dei cittadini, che l'ufficio stampa del Comune non fosse reperibile (smantellato solo qualche giorno fa). Proporrò un'interrogazione per sapere se ciò risponde a verità". La consigliera del Partito Democratico, Monica Sambo, mette nel mirino ciò che è accaduto domenica pomeriggio, quando le torce dell'impianto Versalis sono state attivate per un malfunzionamento a uno scambiatore. Subito l'allarme, propagato dalle centinaia di foto che si sono riversate sui social, ha raggiunto i cittadini, che si sono chiesti cosa stesse accadendo. In tutto questo, però, la consigliera d'opposizione punta il dito contro il sistema di comunicazione del Comune, accusato di essersi mosso in ritardo: "Prima delle 19 l'Ulss informa che l'allarme è rientrato e il Comune fa un comunicato un'ora dopo dichiarando che anche l'Ulss dice che l'allarme è rientrato. Continuiamo a smantellare i servizi - attacca la Sambo sulla propria pagina Facebook - Mi preme sottolineare che la responsabilità in questi casi è del sindaco, dov'era nel primo momento di allarme? Perché ha aspettato ore per informare la cittadinanza?". 

Dello stesso parere l'ex direttore dell'Ufficio stampa di Ca' Farsetti, Enzo Bon: "In questa vicenda è mancata la cultura dell'emergenza - commenta polemico sui social - C'era il famoso 'protocollo sulla comunicazione d'emergenza' che mettemmo in piedi dopo l'incidente della Dow Chemical del 2002. Fu il primo protocollo sulla comunicazione d'emergenza dei Comuni italiani e fu messo anche all'interno del Piano per le emergenze della Protezione civile". Dunque cosa non è funzionato? Nel mirino del giornalista finisce anche il fatto che Ca' Farsetti non avrebbe comunicato alla cittadinanza che l'Ulss 12, in una nota, aveva consigliato di chiudere le finestre per precauzione. "A quello che ricordo, è la prima volta che l'azienda sanitaria, durante l'attivazione delle torce, consiglia di tenere chiuse le finestre - sottolinea ancora Bon - Se fossi ancora direttore del sito comunale, questa sarebbe stata la notizia". E ancora: "In passato c'era coordinamento tra la Centrale operativa della polizia municipale, la Protezione civile comunale, noi della comunicazione. Quello che adesso manca, evidentemente...".

Il citato protocollo della comunicazione sulle emergenze, disponibile sul sito del Comune, spiega come "in caso di pericolo, la legislazione attuale attribuisce la competenza a diramare l'allarme alla popolazione al sindaco, quale autorità di protezione civile in ambito comunale, e al prefetto, quale responsabile della pianificazione di emergenza esterna alle aree degli stabilimenti industriali". Inoltre nel documento si dichiara: "In tale quadro, i contenuti delle informazioni e le modalità della loro diffusione ricadono - a seconda dell’estensione dell’area interessata dall’evento calamitoso - nelle competenze delle citate autorità".

E' da sottolineare che le sostanze fuoriuscite dalle torce del Petrolchimico non sono considerate tossiche, ma potevano causare pruriti a occhi e vie aeree. In questo caso, correttamente, non sono entrate in funzione le sirene di allertamento. Il protocollo invece ha predisposto dei "messaggi di emergenza preregistrati" ad hoc anche per questa evenienza. Eccoli: "E’ stata attivata una torcia per mantenere in sicurezza l’impianto. Non vi sono emissioni pericolose per le persone, gli animali e le cose", oppure, "da un impianto di Porta Marghera è avvenuta un’emissione di sostanze con odore sgradevole. Esse non sono pericolose per le persone, gli animali e le cose. Non vi è, quindi, alcun motivo di allarme".

Per far sì che ci sia un'informazione il più capillare possibile, esiste un sistema di comunicazione denominato "Rialto", che, stando al documento, può utilizzare contemporaneamente: gli impianti di diffusione sonora fissa e mobile pubblici o commerciali privati, i pannelli stradali luminosi a messaggio variabile, le reti radio e video private". Tutto ciò coordinato da un eventuale gruppo di lavoro composto da: "Un coordinatore addetto stampa e relazioni esterne, uno psicologo esperto di comunicazioni nelle emergenze, consulente per la stesura di messaggi che informino correttamente e compiutamente la popolazione, un referente delle reti radioTV per la loro attivazione e le ulteriori connessioni ad altre reti, un addetto alle comunicazioni radio dell’A.R.I. per la duplicazione delle maglie radio e i collegamenti con Enti e Organismi sul campo".

Dunque, le prime comunicazioni sull'evento in atto sarebbero dovute arrivare dal Comune (o dal prefetto), non dall'Ulss12. E' su questo elemento che puntano coloro che sono rimasti sorpresi dalla gestione della comunicazione domenica pomeriggio: "L'Ulss (verso le 19) dice che l'allarme è rientrato e dopo un'ora (alle 20.02) lo dice anche il Comune con un comunicato ufficiale - conclude Enzo Bon - Perchè? Dovrebbe essere il Comune a comunicare con i cittadini, non il direttore generale della Asl, che è lo strumento operativo. E' il sindaco l'autorità di Protezione civile. Quali sono i motivi di questa irritualità comunicativa? Su questo sarà bene fare chiarezza, per il bene e la sicurezza di tutti".

L'assessore comunale all'Ambiente, Massimiliano De Martin, si è recato lunedì mattina, insieme alla dirigente del Settore Tutela dell'aria e delle fonti di energia, Anna Bressan, al petrolchimico di Porto Marghera per un sopralluogo: “La procedura di allerta – ha dichiarato De Martin – è stata avviata correttamente fin da subito da parte dell'azienda, di Arpav, dei Vigili del Fuoco e di Ulss 12, che hanno tempestivamente coinvolto l'amministrazione comunale. Come previsto dal protocollo di gestione emergenze per gli eventi visivi e rumorosi, abbiamo attivato un codice verde sul sito del Comune di Venezia, tuttora segnalato in homepage visto che ancora nei prossimi giorni saranno possibili brevi attivazioni delle torce durante la procedura di cambio del compressore guasto.  La risposta all'emergenza – ha concluso De Martin – è stata tempestiva e puntuale. È comprensibile la preoccupazione di qualche cittadino, ma la situazione è rimasta sempre sotto controllo. Continueremo comunque a tenere alta la guardia; i cittadini possono star sicuri che saranno informati prontamente qualora fosse necessario”.

A chiedere informazione puntuale e trasparente è anche il presidente della Municipalità, Gianfranco Bettin: "Storicamente, incidenti del genere sono più spesso avvenuti in momenti di incertezza sul destino degli impianti interessati, quando cioè si sono ridotte le manutenzioni e non c’era chiarezza sugli investimenti per adeguarli e rinnovarli - commenta - E' esattamente la situazione odierna di Versalis: da tempo, infatti, Eni annuncia un piano per investire nella “chimica verde”, che però langue, mentre si cercano soci in giro per il mondo, a volte davvero improbabili, come il recente fondo statunitense, al cui concorso si è infine opportunamente rinunciato. E' dunque necessario che Eni presenti al più presto, ora si parla di settembre o ottobre, un piano con risorse credibili e tempi certi, in grado di dare garanzie su sicurezza, salute e ambiente e di rendere competitiva l’azienda, in chiave di sostenibilità e modernità. Il sistema di comunicazione alla popolazione domenica ha funzionato in modo poco adeguato, con messaggi non tempestivi e contraddittori. La “regia” della Regione, di cui si è parlato nelle note dell’Ulss, è stata del tutto insufficiente. Sarebbe il caso che restasse in capo al Comune, come è sempre (positivamente) stato. E’ necessaria una rapida comunicazione - conclude - sugli effetti precisi del guasto di domenica: che cosa è uscito dalle torce e in quale quantità, con la massima trasparenza e completezza".

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