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Cronaca

Pietre d'inciampo tra i masegni, per onorare la memoria dei veneziani deportati

La posa dei sanpietrini è avvenuta a partire dalle 15, da Campo della Guerra, ed è proseguita nei sestieri di Castello e Cannaregio. Presente anche il sindaco Luigi Brugnaro

In occasione delle celebrazioni per il Giorno della Memoria, la città di Venezia ha dedicato quindici "Pietre d’inciampo" in ricordo dei cittadini e delle cittadine veneziane deportate nei campi di sterminio nazisti. Opera dell’artista tedesco Gunter Demnig, sono dei sampietrini caratterizzati da una piccola targa d’ottone riportante il nome di alcune vittime dell’Olocausto, e corredati della data di arresto, deportazione e morte. Pietre poste davanti alla porta delle case in cui abitarono le vittime della Germania nazista o nel luogo in cui furono fatte prigioniere. Si tratta di un’iniziativa partita nel 1995 da Colonia ed estesa poi a tutta l’Europa, che in poco più di un ventennio ha portato alla realizzazione di oltre 50mila mattonelle.

Il percorso della posa ha avuto inizio alle 15 dal Campo della Guerra, a San Marco 155, ed è proseguita nei sestieri di Castello e Cannaregio. Alla cerimonia, promossa dal Comune, in collaborazione con il Centro tedesco di studi veneziani e la Comunità ebraica lagunare, ha partecipato anche il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro. “Grazie per essere qui - ha detto il primo cittadino - per rendere omaggio a tutti coloro che hanno sofferto la deportazione e la morte nei campi di sterminio nazisti. Le 15 pietre d’inciampo servono per far riflettere le persone che ci passano vicino. Sono 240  - ha continuato il primo cittadino - i veneziani che furono deportati nei lager nazisti, a cui, con questa cerimonia, vogliamo restituire umanità. La memoria è la parola chiave: possiamo salvaguardare il tenore della nostra vita democratica oggi solo ricordando quello che è stato ieri. Bisogna guardare indietro per andare avanti”.

Sulla necessità di superare l'indifferenza rispetto a quello che accade anche oggi si è invece soffermato il rabbino capo di Venezia, Scialom Bahbout, invitando a rimanere vigili. “Quanti più inciampi verranno messi - ha detto - tante più persone resteranno attente rispetto a quello che avviene attorno a noi".

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