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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Jesolo / Via Aquileia

Jesolo, salta la preghiera del venerdì al centro islamico: "Rispettiamo le leggi"

Circa 150 fedeli si sono riuniti alle 12.30 in via Aquileia, ma in assenza del certificato di agibilità hanno deciso di rinunciare. Volti delusi. "Torneremo quando avremo i permessi"

"Quando arriverà l'agibilità andiamo a pregare, fino ad allora non lo facciamo. Se questa è la legge italiana la dobbiamo rispettare fino in fondo". Così Zabber Sihkdar, il portavoce degli islamici che venerdì mattina si sono radunati in via Aquileia a Jesolo per la loro preghiera del venerdì. Il momento di raccoglimento collettivo era previsto nella sede dell'associazione "Il ritrovo", ma il sindaco aveva fatto sapere che in assenza di un certificato di agibilità la manifestazione non era permessa. La comunicazione era arrivata solo giovedì, in extremis, dunque erano molti i fedeli che non erano a conoscenza degli ultimi eventi. "Questo è razzismo", ha commentato uno dei pochi marocchini presenti. Ma non sapeva che a bloccare la preghiera era la burocrazia, non altro.

Salta la preghiera al centro islamico di Jesolo

Così le attività sono rinviate: il ritrovo c'è stato comunque. Erano circa in 150, tanti volti delusi per aver dovuto rinunciare ad un momento a cui tengono particolarmente, quello della preghiera del venerdì, quando il rito dovrebbe essere collettivo. Sono stati in piedi per circa un'ora in corrispondenza del distributore Q8, a poca distanza dall'incrocio con largo Augustus e dall'immobile che avrebbe dovuto ospitare l'associazione. Verso le 13.30, poi, se ne sono andati. Alcuni a capo chino: "Qui se ti droghi e bevi sei un figo - affermava un giovane bengalese - ma se preghi sei un pericolo".

La maggioranza delle persone presenti erano cittadini di origini bengalesi residenti in zona, per motivi di lavoro o di famiglia. A un certo punto c'è stato un tentativo di mediazione: è stato chiesto il permesso di entrare comunque nella struttura, giusto il tempo di pregare. Ma carta canta, dunque la porta dell'immobile, dove campeggiano gli orari della preghiera in arabo e in italiano, non si è aperta.

Sul posto anche una pattuglia della polizia locale, ma non si sono verificati disordini. Salvatore Esposito di Sel rileva: "Queste persone hanno dimostrato di saper rispettare la legge italiana. Vedo invece che l’amministrazione di Jesolo fa fatica a rispettare gli articoli 8 e 9 della costituzione".

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