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Cronaca Santa Croce / Ponte della Costituzione

Costi "esplosi" per il ponte della Costituzione, Calatrava assolto

L'archistar veniva accusato di danno erariale per 3,8 milioni di euro assieme a tre tecnici. Secondo la Corte dei conti non avrebbe colpe

Da circa sei milioni di euro previsti per l'opera si è passati a undici. Un aumento di costi innegabile per la costruzione del ponte della Costituzione sul Canal Grande. Il quarto ponte sul Canal Grande progettato dall'archistar Santiago Calatrava. Da anni opera finita nel mirino per gli alti costi di manutenzione.

Martedì mattina, però, la Corte dei conti ha stabilito che i tanti soldi spesi in più non sarebbero da attribuire ad alcun errore di progettazione. La pensava diversamente il procuratore Carmine Scarano, che durante il processo per danno erariale, aveva chiesto un risarcimento a favore delle casse di Ca' Farsetti di 3milioni 886mila euro.

Niente di tutto ciò: la sentenza, pur non mettendo il dubbio l'esplosione dei costi, non ha ravvisato colpe gravi per i quattro imputati (oltre a Calatrava anche i tre tecnici dell'ufficio Lavori pubblici del Comune che hanno seguito negli anni il cantiere: Roberto Scibilia, Salvatore Vento e Roberto Casarin). Scontato il ricorso in appello dell'accusa, in attesa di conoscere le motivazioni della sentenza. Secondo Scarano ci furono errori sia nel progetto, che nell'appalto. Sui social network la notizia ha scatenato una ridda di commenti perplessi: nel mirino soprattutto il fatto che quei costi in più pagati dalla collettività per ora non sarebbero responsabilità di nessuno. In prima linea, come spesso accade quando si parla del quarto ponte sul Canal Grande, l'associazione Venessia.com, non nuova a forme di protesta eclatanti nei confronti dell'opera: "Faremo sicuramente qualcosa - dichiara Matteo Secchi, uno dei fondatori dell'associazione - ma cosa possiamo inventarci ancora dopo averci sciato, dopo aver fermato anche il presidente Napolitano. Qualcosa di certo faremo per sottolineare ancora una volta questa ingiustizia". 

Di tutt'altro avviso, com'era prevedibile, il diretto interessato. Santiago Calatrava in una nota ha espresso tutta la propria soddisfazione: "Questa decisione dimostra che i lavori che abbiamo progettato non hanno determinato né l'incremento dei costi della costruzione, né il ritardo nella consegna del ponte". L'archistar ricorda che ha disegnato il ponte, un lavoro che è stato certificato dall'Istituto di certificazione e marchio di qualità (Icmq Spa) italiano, commissionato dal Comune di Venezia. "Il progetto - rileva in una nota - venne approvato dalla Commissione di salvaguardia della laguna di Venezia, il Rup (Responsabile unico di procedimento) e la Soprintendenza archeologica di Venezia nell'aprile del 2002. Il ponte sul Canal Grande funziona da più di sei anni e il suo comportamento è quello previsto e adeguato - aggiunge - considerp questo ponte come una delle sue opere più importanti".

Sulla stessa lunghezza d'onda anche l'avvocato difensore di uno dei tre tecnici del Comune coinvolti nella vicenda, Salvatore Vento: "E' stata ripristinata la verità", ha dichiarato lapidario il legale Vittorio Domenichelli.  Tutto ruota attorno a quelle quattrocento pagine che costituiscono il dispositivo della sentenza: lì si tireranno le somme e si capirà quante carte la Procura della Corte dei conti avrà la possibilità di giocarsi.

Il ponte, poi ribattezzato "della Costituzione", in acciaio vetro e pietra, aveva visto lievitare, oltre i tempi di realizzazione, anche i costi di costruzione per oltre 3 milioni di euro. A questi si erano aggiunti quelli legati alla manutenzione (i gradini in vetro si rompono facilmente soprattutto con il passaggio continuo dei trolley dei turisti), alla pulizia ma anche al fatto che debba essere costantemente monitorato per il rischio di cedimento a causa della subsidenza delle rive su cui appoggia tra la stazione ferroviaria e il terminal automobilistico di Piazzale Roma.

Un ulteriore ramo d'indagine, da parte della Procura della Corte dei Conti, riguarderà la cosiddetta "ovovia" per i disabili. Il ponte ideato nel 1999 e aperto nel 2008 non prevede il transito di persone con problemi di deambulazione. Per questo è stata realizzata, ma entrata in funzione a singhiozzo per problemi tecnici, una struttura a cremagliera che è costata almeno altri 2 milioni di euro.

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