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Cronaca Musile di Piave / Via Dante Alighieri

Accolta la richiesta di rito abbreviato per Ascione: pizzaiolo fa scena muta davanti al gip

Il reo confesso del femminicidio di Maria Archetta Mennella lunedì mattina in Tribunale per l'udienza preliminare per il delitto. I parenti di "Mariarca" si sono costituiti parte civile

Ha chiesto il rito abbreviato Antonio Ascione, il pizzaiolo 44enne di Torre del Greco, nel Napoletano, che il 23 luglio scorso accoltellò a morte l'ex moglie, Maria Archetta Mennella, 38 anni, nel suo appartamento di via Dante a Musile di Piave. L'omicida non avrebbe proferito parola durante l'udienza preliminare che si è svolta lunedì mattina in Tribunale a Venezia. I famigliari della vittima si sono costituiti parte civile: si tratta dell'anziana madre di "Mariarca", dei fratelli, delle sorelle e, soprattutto, dei due figli minori rappresentati dalla zia materna Assunta, su autorizzazione del giudice tutelare. 

Diverse contestazioni

I capi d’imputazione a carico del reo confesso sono pesanti: il pubblico ministero, Raffaele Incardona, contesta ad Ascione, detenuto a Santa Maria Maggiore, il reato di omicidio con diverse aggravanti: per aver commesso il fatto per futili motivi (la gelosia); per aver agito “con premeditazione, dopo aver reiteratamente minacciato di morte la moglie”; per aver perpetrato il crimine contro il proprio coniuge e madre dei suoi figli, e quindi aggravato dal vincolo di parentela; “per aver aggredito la moglie nelle prime ore del mattino quando la stessa era ancora distesa a letto e incapace di opporre una adeguata difesa”. Non solo. Ascione dovrà rispondere anche di minacce aggravate.

Messaggi whatsapp

“Un segnale importante della ferma volontà da parte di tutta la famiglia di far valere i propri diritti e di ottenere giustizia per la propria figlia, la propria sorella, la propria mamma, e una pena congrua per l’imputato", ha commentato l’avvocato Berardi, con cui collabora anche Studio 3A, società specializzata nella valutazione delle responsabilità in ogni tipologia di sinistro, che si fa carico gratuitamente di assistere la famiglia Mennella. Berardi e il consulente personale di Studio 3A, Riccardo Vizzi, peraltro, hanno peraltro portato alla luce i messaggi whatsapp che la figlia di Marciarca aveva scambiato pochi giorni prima del delitto con il padre, da cui emergerebbe che quest’ultimo avrebbe minacciato di morte l’ex moglie con un coltello: una circostanza cruciale per contestare ad Ascione la premeditazione e l’ulteriore reato di minacce aggravate. Ha chiesto di costituirsi parte civile anche la onlus “Bon’t worry”, associazione che si batte contro le violenze di genere, in particolare quelle contro le donne e i bambini. L’udienza per la celebrazione del rito abbreviato è stata quindi rinviata al 27 settembre prossimo, sempre in Tribunale a Venezia.

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