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Cronaca

Unabomber, Cassazione: "Alterazione del taglierino forse anche 'casuale'"

Depositate le motivazioni della sentenza con cui la Corte ha disposto la celebrazione di un nuovo processo per il poliziotto Ezio Zernar, accusato di aver voluto "incastrare" Elvio Zornitta

Potrebbe essere stata "casuale", e non intenzionale, l'alterazione di parte di un ordigno inesploso, attribuito a 'Unabomber', e finora ritenuta una manomissione volontaria attuata dall'esperto balistico della polizia Ezio Zernar per appesantire i sospetti sull'ingegnere Elvio Zornitta, l'uomo accusato di essere il bombarolo che ha terrorizzato il Nord-est per 13 anni, poi del tutto scagionato.

Lo sottolinea la Cassazione nelle motivazioni dell'annullamento con rinvio della condanna di Zernar per un nuovo processo. Il vero 'Unabomber', tuttora, è un "personaggio mai giudizialmente identificato", ricordano i supremi giudici. In particolare, la Suprema Corte - nella sentenza 20720 depositata oggi e relativa all'udienza svoltasi il sette marzo - spiega, dando ragione al legale di Zernar, l'avvocato Emanuele Fragasso, che "effettivamente la Corte d'appello di Venezia non dà adeguatamente conto del motivo per il quale la eliminazione della escrescenza non possa essere conseguenza di un evento casuale".

In pratica, l'eliminazione di una microtraccia dal taglierino rinvenuto sull'ordigno - nel 2004, in una chiesa di Portogruaro - potrebbe avere natura involontaria e non dolosa, sebbene avvenuta nel laboratorio dove Zernar esaminava il reperto. Inoltre, aggiungono i supremi giudici, "non risulta che tutti i periti e i consulenti tecnici si siano trovati d'accordo nell'affermare che l'asportazione della protrusione sia stata procurata utilizzando le forbici sequestrate" a Zornitta.

Per la Cassazione, insomma, il verdetto di secondo grado emesso dai magistrati veneziani il 22 novembre 2010, ha liquidato troppo frettolosamente, "come considerazioni di 'scarsa importanza'", elaborazioni e conclusioni formulate da "persone esperte". Tra queste, la perizia Plebe-Benedetti, che sostiene che sia "altamente improbabile che la variazione di dimensioni dell'oggetto possa essere la conseguenza di un taglio".

Zernar era stato condannato a due anni di reclusione (pena sospesa) per violazione della custodia, falso ideologico e frode processuale. Era, inoltre, stato condannato a risarcire Zornitta - che ha perso il lavoro e ha avuto la vita rovinata da questa vicenda - con una provvisionale di 200mila euro e un rimborso di 100mila euro per le spese legali.

Nell'udienza in Cassazione, l'avvocato Maurizio Paniz, il legale che ha dimostrato l'innocenza di Zornitta, aveva chiesto di respingere il ricorso di Zernar. Anche la Procura della Suprema Corte aveva chiesto la conferma della condanna dell'esperto balistico.

Qualora l'appello-bis dimostrasse in modo indubitabile che la manomissione del taglierino non è stata casuale, allora, per la Cassazione, non ci sarebbe dubbio che l'autore del depistaggio ai danni di Zornitta sia stato proprio Zernar in quanto era l'unico esperto ad avere l'abilità di costruire una prova del genere. (ANSA)

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