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Cronaca San Donà di Piave

Abdul e Khaled, da profughi a calciatori: hanno fatto innamorare il San Donà

Il primo è un 19enne del Gambia, il secondo un 26enne della Guinea-Bissau. Giovedì un provino con la squadra di calcio del Piave. Subito hanno mostrato qualità: "Favola moderna"

Dallo sbarco a Lampedusa al San Donà Calcio, che ora non vede l'ora di metterli in campo. È una favola moderna quella che stanno vivendo Abdul, 19enne del Gambia, e Khaled, 26enne della Guinea Bissau. Fuggiti dalle due nazioni dell’Africa occidentale, segnate da una storia fatta di sistematiche violazioni di diritti umani, guerre civili e colpi di stato, i due ragazzi, attraversato il Mediterraneo, si sono ritrovati a San Donà insieme ad altri richiedenti asilo. Sono stati quindi inseriti nei programmi di integrazione della Cooperativa Villaggio Globale, che gestisce la loro permanenza. E l’integrazione è passata attraverso lo sport.

«Quando la Cooperativa Villaggio Globale mi ha segnalato che tra i ragazzi ospitati due avevano giocato a calcio nel loro paese a buoni livelli, mi sono improvvisato procuratore – scherza il vicesindaco e assessore allo Sport, Luigi Trevisiol, già arbitro di calcio – e ne ho parlato con la dirigenza del San Donà Calcio che ringrazio per la grande disponibilità». Il vicesindaco trova una sponda in Tina Abbate, impagabile segretaria del San Donà Calcio che si appassiona alla vicenda umana dei due ragazzi. E finalmente giovedì il provino, durante l’allenamento sul campo di Passarella che ha coinvolto insieme la prima squadra e la juniores.

Divisa e scarpini regalati dal San Donà, e quindi un po’ di passaggi tra Abdul, centrocampista, e Khaled, mezz'ala, sotto lo sguardo apparentemente distratto del diesse Cesco Canella, dall’altro della sua esperienza in Serie A. Sono bastati pochi tocchi di palla perché l’ex attaccante della grande Inter di Angelo Moratti intuisse le potenzialità dei due ragazzi. Tanto che qualcuno, nei confronti del più giovane, ha azzardato qualche paragone con lo stile di gioco di Pogba. «Non è possibile tesserarli per la chiusura dei termini, ma il San Donà ha comunque dato disponibilità ad aggregarli agli allenamenti fino a fine stagione, nonostante qualche questione burocratica da risolvere – aggiunge Trevisiol – È un bellissimo gesto per i ragazzi, che ieri sera esplodevano dalla felicità, di cui ringrazio di cuore la società sportiva».

L’integrazione dei 35 richiedenti asilo ospitati in città è passata altre volte attraverso lo sport, dal dono di alcuni palloni da pallavolo da parte del San Donà Volley a una partita amichevole, giocata immediatamente dopo i primi arrivi, tra i profughi e alcuni ragazzi di San Donà. I profughi, inoltre, svolgono attività di volontariato con la Croce Rossa e per la mensa solidale. «Dare un’opportunità a chi dimostra talento, capacità o quantomeno impegno è una via per l’integrazione – conclude Trevisiol – E in questo l’esperienza che stiamo facendo a San Donà può essere un modello per altre realtà».

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