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Cronaca

Life-Ghost, la Regione: "Contro l'inquinamento per proteggere il pescato"

Il progetto co-finanziato dalla Commissione Europea nell'ambito del Programma 'Life e Biodiversità' per gestire reti e attrezzi da pesca che danneggiano le acque

Una cattiva gestione di acque e fondali marini, si traduce in una scarsa qualità del pesce a tavola. La Regione Veneto in prima linea per tutelare l'alto Adriatico, compromesso da reti e resti di attrezzature sportive che infestano il mare e danneggiano pesci e molluschi.

Reti abbandonate, cime, nasse, scotte, tiranti, manichette di plastica, fasce elastiche e intelaiature metalliche costellano i fondali e le acque dell’Alto Adriatico: sono i rifiuti dell’attività di pesca, professionale e sportiva, che modificano l’ambiente marino, inquinano e finiscono per diminuire il potenziale di pescato. Per prevenire e contrastare questa forma di inquinamento marino la Regione Veneto ha aderito al Progetto Life-Ghost, finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del Programma 'Life e Biodiversità' (programmazione 2012). Tra gli obiettivi del progetto c’è, appunto, la gestione efficace di reti e attrezzi da pesca abbandonati e persi in mare.

 “La Giunta regionale ha insediato il gruppo tecnico di lavoro – informa l’assessore regionale al primario, Giuseppe Pan, annunciando il provvedimento di prossima pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione – per declinare, su scala veneta, le raccomandazioni operative suggerite dall’Europa. Ne fanno parte i rappresentanti delle categorie professionali della pesca, gli esperti scientifici dello Iuav di Venezia, dell’Ispra di Chioggia, del Cnr-Ismar e dell’Arpav, oltre ai dirigenti del settore Ambiente e Pesca e acquacoltura della Regione Veneto: l’obiettivo dei tecnici è individuare le ‘buone prassi’ per prevenire l’abbandono di attrezzature e rifiuti della pesca e contrastare l’inquinamento marino. Ai tecnici chiediamo di formulare un decalogo condiviso con i diversi soggetti coinvolti, per far sì che l’attività della prima marinerìa d’Italia possa proseguire in modo ottimale, senza compromettere i volumi dell’attività di pesca, né l’acquacoltura, e nel pieno rispetto dell’ambiente marino”.

Il gruppo tecnico ha già all’esame le 17 linee guida indicate dalle direttive europee per gestione efficace delle reti e attrezzi da pesca dispersi in mare: dalla marcatura e segnalazione degli attrezzi perduti, alla sensibilizzazione degli operatori, dagli incentivi al recupero e al riciclo alla sperimentazione di materiali alternativi e biocompatibili, dal conferimento organizzato a terra delle attrezzature da dismettere alle campagne di rimozione in mare dei rifiuti abbandonati, utilizzando i periodi di ‘fermo pesca’.

 “Tutte misure che dovranno essere valutate e concordate con gli addetti ai lavori – sottolinea l’assessore Pan – perché solo il coinvolgimento attivo e consapevole dei protagonisti del mondo della pesca e dell’acquacoltura può garantire comportamenti responsabili e strategie condivise di riduzione e rimozione dei rifiuti prodotti da pescherecci e attività di pesca”. 

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